Una nostra amica, una donnaconlozaino con tanta voglia di tornare a viaggiare, ci invia una sua poesia, scritta su un treno per Nizza.
Quando firma poesie si chiama Mirella delle Mirelle, nome datole dalla sua carissima amica Vivian Lamarque.
Passare col treno e sbirciare
la vita degli altri in un lampo.
Veder da balconi e finestre
le stanze della gente del luogo.
Vite sfiorate saranno sempre
sconosciute, separate da me,
lambite appena da uno sguardo,…
I balconi raccontano famiglie:
qui una bici portata al quarto piano,
là una pianta fiorita rigogliosa e amata,
o un battello di gomma pronto per il mare.
S’indovinano bimbi dietro a quegli oggetti,
donne, persone non diverse da me,
che vivono esistenze simili alla mia.
Anch’io abito vicino a una stazione
l’espresso da Malpensa non si ferma
per correre a Milano.
Molti stranieri frettolosi porta,
chi per affari, chi per fiere o gite,
qualcuno per un viaggio forse a lungo sognato.
E magari guardando il mio giardino
si diranno: – Pensa, che bello,
potessimo abitare in quella casa,
dove fiorisce bianco il gelsomino. –
Mirella delle Mirelle

Bellissima poesia …. lo stesso sentire che ho spesso quando viaggio in treno .. la vita degli altri in un lampo …
Grazie dell’apprezzamento. E’ proprio questo che dovrebbe fare la poesia, secondo me: far affiorare anche in altri gli stessi sentimenti che magari non si era pensato di esprimere, ma trovandoseli lì, viene da dire: ecco, anche per me è lo stesso.