ConectadAs/ConnessE

Durante la settimana in Estremadura, per un progetto Erasmus+ EDA’n’EDA, io e i miei colleghi abbiamo avuto modo di sperimentare il CircuLab, visitare Centri di alfabetizzazione digitale e linguistica, Università della Terza Età, interagire con insegnanti e studenti locali di vari livelli e formazioni con grande soddisfazione anche grazie ai nostri colleghi di Aupex.

Una visita mi ha però particolarmente colpita a Càceres: un centro donna contro la violenza di genere, la Casa de la Mujer dove trovano rifugio donne che hanno subito aggressioni e soprusi (spesso in famiglia) con i loro bambini. L’edificio è nuovo e curato nei dettagli, attraversando un giardino si accede alla parte dove soggiornano, in appartamentini ben equipaggiati, le donne e le famiglie in vista di una situazione indipendente. Visitiamo i vari locali ed incontriamo Cristina  Lancho, la direttrice, una donna dinamica e appassionata del suo lavoro che fa di tutto, insieme al personale, per rendere questo luogo un punto di svolta per molte donne che devono ricostruire una vita spezzata psicologicamente e materialmente.

Il nostro collega di Aupex ci accoglie nell’aula magna dove si svolgono incontri, conferenze e laboratori; qui ci illustra il programma ConectadAs con il quale le donne che richiedono una formazione digitale possono seguire corsi e superare così la brecha digital, il gap di competenze digitali spesso legate al genere ed alla situazione di vita. Il programma infatti, sostenuto dalla regione Estremadura, si indirizza a donne che vivono in zone rurali o centri di non più di 30.000 abitanti dove l’accesso alla rete ed alla tecnologia è più difficile. L’impostazione dei corsi è applicativa e pratica, tendente a far sì che le utenti raggiungano quel grado di autonomia digitale ormai indispensabile nella vita quotidiana, dal dialogare con l’amministrazione pubblica all’acccesso all’informazione. L’idea è che la qualità della vita è legata ad una maggior opportunità professionale e sociale e per questo bisogna colmare uno squilibrio nelle capacità e nell’accesso alla tecnologia. La lotta all’esclusione sociale passa anche per la formazione digitale.

Incontriamo anche una collega di Aupex mentre sta lavorando con ragazzi svantaggiati di questa zona che imparano a preparare il proprio CV in forma digitale; ci mostra anche i lavori fatti con i giovani studenti con la stampante 3D che non manca mai in nessun laboratorio. All’esterno, di fronte al laboratorio c’è un orto di cui si occupano le donne e il giardino è decorato da manufatti e pensieri creati nei vari atelier. Giriamo ancora per il centro che accoglie anche mostre e iniziative di sensibilizzazione verso le questioni di genere: vediamo una mostra sulle donne matematiche, un concorso di disegno e una biblioteca ‘al femminile’ dove ci vengono offerte delle borse con materiali informativi sulle varie attività del centro: il colore viola predomina. Insomma la Casa de la Mujer è un luogo ‘vivo’ dove si cerca attivamente di immergere le donne in una realtà accogliente e costruttiva. Non possiamo però non pensare che questi luoghi, indispensabili e ben gestiti, non dovrebbero avere ragione di esistere in un mondo ideale nel quale le donne fossero veramente rispettate, la loro libertà garantita anche nei fatti e la violenza di genere fosse davvero superata…

P.

 

 

 

 

Author: Patrizia D'Antonio

Blogger, writer, teacher, traveller...what more? I love to meet and share with people. In my spare time I like reading, swimmming, cycling, listening and playing music . I was born in Rome but I live in Paris  

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