Cefalonia in scooter

Tra le isole Ionie, la più grande e varia è Cefalonia. La sua vetta di 1620 m, il Monte Eno, è meta di escursioni. Se il turismo è attirato soprattutto dalle sue splendide spiagge, Cefalonia è anche il luogo della memoria storica per la rappresaglia nazista del settembre del 1943 contro i militari italiani dopo l’Armistizio.

Come molte isole greche, Cefalonia ha una storia di passaggi di culture e conquiste fino alla fine dell’occupazione italiana, terminata tragicamente nel ’41.

Il nome deriva dal mitico re Kephalos i cui quattro figli sarebbero stati i fondatori delle città di Sami, Pali, Krani e Pronnoi e fu forse il dominio di Ulisse di Itaca, di fronte a Cefalonia. Ci sono tracce del dominio romano, poi della civiltà bizantina nel medioevo e della conquista normanna con il dominio degli Orsini e dei Tocco; il nome del porto di Fiskardo deriva da Roberto il Guiscardo che morì nell’isola. Appartenne poi alla Repubblica di Venezia anche se per un periodo gli Ottomani riuscirono a conquistarla. I Veneziani costruirono il castello di Assos e fondarono Argostoli fino alla caduta di Venezia per mano degli Austriaci. Fece poi parte del protettorato russo-ottomano appartenendo alla Repubblica delle Sette Isole Unite, guidata da greco-veneti, tra il 1800 e il 1807. Cefalonia fu poi possedimento francese e britannico e nel 1815 fece parte degli Stati Uniti delle Isole Ionie, sotto il protettorato britannico che la cedette al Regno di Grecia nel 1864. Insomma una storia variegata così come i paesaggi dell’isola, una perla dal punto di vista naturalistico. Bisogna anche ricordare il terribile terremoto del 1953 che mise in ginocchio l’economia e spinse molti abitanti a lasciare l’isola per emigrare nel continente o in altri Paesi. Il turismo oggi è l’attività economica principale anche perché Cefalonia ha una sua specificità rispetto alle altre isole greche, in particolare sono da visitare le grotte di Drakena e le Katavothres, i canali sotterranei naturali ad Argostoli.

Questa estate l’isola è stata la meta di un viaggio in scooter in solitaria della nostra amica Alessandra che ci invia le sue note di viaggio:

Perché questo viaggio?
Perché, visto che intendono mandarmi in pensione, ho optato per prepararmi a tale evento, ovvero fare quello che avrei voluto fare da giovane e non ho potuto (per via della carriera, del lavoro, della famiglia..). E fra i tanti sogni c’è il giro del mondo, di quello rimasto visitabile che è sempre meno purtroppo. Mi sono detta allora che era meglio cominciare con un’isola greca.
Inoltre l’invidia è un potente motore e ho pensato che se le mie figlie possono organizzare una un viaggio di sei mesi in solitaria con lo zaino nell’Appalachian trail, e l’altra un viaggio di mesi in Mongolia, allora potevo ben farne uno io a Cefalonia. E, ‘last but not least’, un viaggio in scooter loro non l’hanno ancora fatto!

Altro motivo di sprone infine sono stati i suggerimenti del mio attuale compagno che, lungi dall’ostacolare o non vedere di buon grado questo viaggio, mi ha piuttosto incoraggiata, e di questo gli sono grata.

Ecco lo scooter con il necessario:  attrezzatura per nuotare diverse ore, sacca impermeabile che contiene: crema solare, cappello sandali, occhiali, cellulare (a sua volta nel contenitore surf system), cibo’, acqua (fresca!) che si aggancia alla sacca esternamente, come i sandali che devono essere adatti per entrare in acqua. Di notte le bottiglie di acqua si mettono in freezer ed il giorno dopo si viaggia con le bottiglie ghiacciate.

 Dopo l’atterraggio a Argostoli, il primo giorno sull’isola, passo a prendere lo scooter: inizia l’avventura. Sono giorni  in cui il termometro segna  40°; prima destinazione Poros, nel sud est. Arrivo la sera e vado a mangiare al ristorante ‘Hello bello’, dove ho incontrato una giovane donna serba con cui ho chiacchierato a lungo.

Il giorno dopo si passa all’organizzazione in loco…Poi è tempo di bagno: arrivo  all’ultima spiaggia a nord di Poros, dove finisce la strada, verso le 18. Che splendore, che spazio! Apprezzo particolarmente la libertà e l’accesso libero alle spiagge, al mare, alla natura soprattutto perché vengo dalla Liguria, che un tempo era un sogno ed ora è in preda alle privatizzazioni e si viene trattati da miserabili proprio da chi ha occupato e preso possesso delle spiagge! L’ultima spiaggetta ha una sorpresa: è piena di sculture colorate. Conosco Iannis, l’autore, un pensionato settantaseienne, trasferitosi a Poros da Atene. 

La nuotata mi porta dove la spiaggia di Poros finisce e iniziano le rocce, lì l’acqua del mare diventa gelata  perché ci confluisce un torrente. Dopo il caldo bollente è una bella escursione termica! 

Dopo la spiaggia vado a cenare alla Taverna Agrapidos, chiacchiero con due olandesi sedute ad un tavolo vicino: madre e figlia che stavano facendo un viaggio insieme a Cefalonia per una settimana. Una bella conversazione che spazia da famiglia a separazioni, a rapporti mamma-figlia, a cosa vedere sull’isola. Decido quindi di modificare l’itinerario e di andare nel lato ovest, zona Luxuri.

Il terzo giorno programmo un trekking sul Monte Ainos (m. Eno), la montagna più alta di Cefalonia, sperando che in alto il caldo sia più sopportabile, ma quando arrivo, nella zona dove iniziano i sentieri nel parco, trovo affisso il cartello che indica “accesso chiuso per il rischio di incendi”. Sono giorni di caldo estremo e dei terribili incendi a Rodi e a Corfù.

Mi reco allora a vedere il monastero di San Gerasimo, consigliato dalle guide; sulla mappa è più o meno all’altezza di Peratata. Si può entrare a visitare il monastero solo se si è abbastanza vestiti, per fortuna avevo l’abbigliamento giusto…È un bellissimo monastero pieno di immagini bizantine, merita davvero una visita! Dopo il monastero sono scesa per una strada piena di tornanti e panorami spettacolari fino a Kateleios dove ho fatto il bagno, verso il tramonto, in una spiaggia bellissima e poco affollata: di fronte si vede Zacinto. 

Riprendo lo scooter e percorro la strada fino a Skala dove arrrivo per cena per gustare un’ottima ‘moussaka’. Skala è molto quotata ed in effetti è una città molto graziosa ma, per i miei gusti, troppo turistica.

Il quarto giorno è tempo di lasciare il sud-est, direzione sud-ovest, Luxuri, passando per Argostoli. Il caldo è insopportabile, basta fermare lo scooter per gocciolare di sudore, ma entrando a Argostoli, vicino al centro, lungo il fiume, c’è un bel posto non recintato e lì faccio uno spuntino e un riposino (o meglio, mi accascio per il caldo) prima di rimettermi in cammino. Sono allibita in senso positivo perché da noi questo luogo incantevole sarebbe già stato privatizzato mentre in questa città ed isola c’è ancora l’antico senso di ospitalità che mi ha fatto amare la Grecia fin da piccola. So che il motivo è anche l’assenza del turismo di massa come in altre isole, e spero che questo articolo spinga solo i visitatori rispettosi a venire a Cefalonia e non le masse di turisti che metterebbero in crisi l’equilibrio dell’isola. Riprendo il giro turistico: ad Argostoli c’è un monumento ai soldati italiani uccisi dai nazisti:

Dopo la siesta e queste riflessioni, vado a scoprire un interessante fenomeno geologico, i catavothres. È un fenomeno molto raro e consiste nella progressiva scomparsa del mare nel sottosuolo. Nessuno aveva risolto l’enigma finché un gruppo di ricercatori austriaci, intorno agli anni Sessanta ebbero l’idea di gettare una sostanza colorante nella depressione. Il colorante era riaffiorato quattordici giorni dopo dall’altra parte dell’isola; appurarono così l’esistenza di un lungo percorso sotterraneo che taglia Cefalonia in direzione nord-ovest. L’acqua di mare poi riaffiora nel lago di Melissano, vicino a Sami.

Dalla popolazione locale (non avevo trovato nessuna informazione al riguardo sulla rete) so che c’è un traghetto ogni mezz’ora da Argostoli a Lixuri ed è pure economico: il passaggio per me e lo scooter è costato circa quattro euro. Arrivo in questa penisola poco turistica che stavo per saltare e scopro che in effetti è un posto davvero autentico. Alloggio al ‘Terra Mare’: il proprietario è una persona attenta e ospitale, se tornerò a Cefalonia sarà qui (ma per girare è indispensabile un mezzo proprio).Ceno con insalata di rape rosse e polpette di zucchine a Lixuri e mi gusto la serata.

ll giorno dopo decido di fare ‘beach hopping’, ovvero di andare a fare un bagno in ogni spiaggia della penisola di Luxuri…Questo in memoria del ‘pub hopping’, che qualche volta ho fatto in America, in cui si va a bere una birra in ogni pub lungo la strada (unica pecca, io non bevo birra!). Il ‘beach hopping’ (termine appena inventato) mi è quindi più congeniale!

 Per cercare spiagge deserte mi sono impelagata in strade non asfaltate fino a seguire un sentierino ed arrivare in una spiaggia completamente deserta, circondata da rocce semi affioranti, quindi anche senza barche. Sono stata raggiunta solo da una coppia di spagnoli simpaticissimi, anche loro disposti ad osare sentieri impervi sotto un caldo disumano per trovare una spiaggia solitaria. Il beach hopping si è risolto così… un bagno breve a Lepeda prima, uno più lungo poi nella spiaggia senza nome e tanto tempo passato a chiacchierare con dei ragazzi spagnoli. Poi salto sullo scooter e vado fino in fondo alla penisola di Lixuri, alla spiaggia Xi da tutti tanto decantata ma che a me non è piaciuta molto perché è una spiaggia attrezzata e rumorosa, il genere di posti che non fa per me.

Il giorno dopo vado a Sami, che sarà la mia base per l’esplorazione della penisola nord di Cefalonia: sempre con lo scooter andrò a Fiskardo seguendo la strada est, poco frequentata e, dopo un bagno abbastanza lungo da preoccuparmi di essermi persa (Poi tutto si è risolto bene), ridiscendo lunga la strada per arrivare nel tardo pomeriggio ad Assos e concludere la giornata con un magnifico tramonto a Myrthos.

È giunta l’ora di partire da questa isola che ho amato assai nel pur breve tempo in cui ci sono stata. Ora mi aspetta un’altra avventura: un campo di swimtrekking a Itaca, ma questa è un’altra storia per un altro articolo…

Quando finisce il mio viaggio, torno nella bolgia di Lerici, che trovo strapiena di traffico, rumore, turisti irritati. Ci vuole un po’ per riambientarmi in questo ‘magnifico inferno’ come lo chiama scherzando Patrizia; rifletto sul paradiso che era la baia dei poeti e che si è deteriorato per un turismo eccessivo, alle spese dei residenti. Ma ora ripenso al mio viaggio in solitaria: sono contenta di aver visto posti magnifici, di avere incontrato gente interessante, di aver sentito ancora l’accoglienza che un tempo contraddistingueva anche noi e sono fiera di aver superato la sfida!

(dal diario di viaggio di Alessandra C.)

Author: Patrizia D'Antonio

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2 Replies to “Cefalonia in scooter”

  1. Alessandra Damiotti says: 15/09/2023 at 7:27 pm

    Complimenti per questo viaggio in solitaria! Articolo interessante.Grazie

  2. Patrizia says: 15/09/2023 at 10:59 pm

    Grazie cara amica per i tuoi commenti: sono un riscontro importante per noi!

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