(version française en bas de l’article) La città bianca marocchina è la metropoli degli affari che attira molti businessmen e imprenditori nei locali esclusivi e tra divertimenti a volte al limite della legalità: una movida decisamente particolare. Ma la Casablanca by night di cui vi voglio parlare è quella culturale, vissuta grazie alle favolose e gratuite Nuits du Patrimoine, il 22 e 23 marzo scorso che mi hanno fatto scoprire luoghi davvero interessanti per la bellezza, l’arte e la storia. Sotto la guida di Amin e di un giovane attore-guida ho approfittato di due dei tre percorsi proposti dall’associazione CasaMémoire: la Medina antica e il quartiere di Habous. L’appuntamento di queste serate organizzate durante il periodo del Ramadan era dopo l’Iftar o ftour, (la rottura del digiuno). Il venerdì sera, davanti alla Sqala c’erano le guide, volontari ben preparati e animati da un vero amore per la storia, la cultura e l’architettura di Casablanca insieme ad un pubblico curioso e numeroso. Tra le guide ho riconosciuto appunto Amin che avevo già incontrato e apprezzato durante una visita in bicicletta alla scoperta della Street Art. Ho seguito dunque il suo gruppo nella Medina storica in un itinerario insolito e ricco di aneddoti e informazioni sugli avvenimenti passati, sulle testimonianze delle trasformazioni urbanistiche degli edifici e delle strade di quel settore.
La sera seguente, il sabato, sono stata altrettanto fortunata: la nostra preparatissima guida ci ha fatto visitare lo splendido palazzo sede della Regione, antico Mahkama du pacha. Abbiamo continuato con la scoperta di strade e edifici significativi di Habous mentre ci raccontava la storia e la trasformazione di questa estensione di Casablanca prima che ne diventasse un quartiere. In particolare siamo arrivati a Rue Fontaine per entrare nella Maison de la musique andalouse, un luogo speciale che è un vero e proprio museo oltre a essere luogo di concerti ed incontri.
È difficile sintetizzare le tantissime informazioni ricevute dalle guide o dai pannelli esplicativi presenti in alcuni punti della Medina e nel suo museo. Visitare il sito di Casamémoire permette di ritracciare la storia della città che risale ai tempi antichi, addirittura all’Età della Pietra con la scoperta dell’Uomo di Sidi Abderrahmane. Come tutte le città di mare ha visto passare diverse civiltà e subito molte inflenze: romane, fenicie, arabe, berbere poi auropee e americane…La città, più volte assediata, distrutta, costruita e ricostruita, colonizzata e decolonizzata ha avuto periodi di decadenza e di ripresa soprattutto commerciale grazie al suo porto ehe ha attirato stranieri e investitori. All’alba del XX secolo ha cominciato ad estendersi fino a diventare una città caotica, internazionale, moderna, vivace e colorata dall’architettura eterogenea.
L’origine della città è controversa come il suo stesso nome origonale, Anfa. Non si sa se siano stati i Romani o i Fenici o i Berberi a fondarla e a nominarla Niffe, Anafé, Anife, Anafa o Nafé (il nome potrebbe venire dall’arabo Anf che vuol dire becco, promontorio, naso oppure dal berbero Anfa che significa cima, collina), certo è che nel XII secolo Anfa era un porto commerciale che diverse dinastie si sono contese per tre secoli almeno fino a che nel XV secolo diventa una piccola repubblica di corsari. Nel XVI secolo Leone l’Africano descrive Anfa dove c’erano palazzi, negozi e templi in parte distrutti dai Portoghesi nel 1468 per vendetta contro i corsari. Dopo questa distruzione ci fu un periodo di decadenza durato tre secoli fino a che il Sultano Sidi Mohamed Ben (1757-1790) iniziò la ricostruzione con una moschea, una medersa, un hammam e attirerà la popolazione berbera della regione a sud d’Essaouira et di Meknès. Concesse inoltre a due grandi famiglie spagnole il monopolio commerciale diventando nel 1794, Dar El-Beïda, « la casa bianca», residenza del governatore della provincia di Chaouia. A metà del XIX secolo la crisi della lana e del grano in Europa e lo sviluppo delle navi a vapore dette un nuovo slancio commerciale alla città portuale e molti francesi, inglesi, tedeschi vennero a rifornirsi.
Porto d’esportazioni ma anche di importazione, da qualche centinaia di abitanti nel 1850, Casablanca ne conta 8000 nel 1866 di cui 6000 mussulmani, 1800 ebrei e più di un centinaio di europei. Sotto il regno di Moulay Hassan I (1873-1894), Casablanca raggiunge i 20000 abitanti e si prepara ad un grande sviluppo commerciale grazie ai lavori di costruzione di un grande porto ad opera dei francesi che interverranno militarmente per sedare scontri anche alla frontiera con l’Algeria arrivando alla costituzione del Protettorato nel 1912. In quegli anni la città, cinta da mura che racchiudevano una cinquantina di ettari di fronte a una costa rocciosa, era sostanzialmente quella che oggi si chiama appunto l’Ancienne Médina. Nel corso del XX secolo si è estesa ed ha inglobato villaggi vicini, creando quartieri con la necessità di alloggiare sempre più abitanti: oggi Casablanca ne conta quasi tre milioni e mezzo, senza considerare i numerosissimi pendolari che vivono nell’hinterland o nelle città vicine. Oggi la visita all’architettura cittadina porta a scoprirne gli edifici neoclassici, art déco, art nouveau, funzionalisti, modernisti che, mescolando gli stili e il savoir faire tradizionali con l’avanguardia internazionale, la rendono originale e interessante oltre che per l’urbanismo.
Ma le visite notturne ci hanno regalato anche e soprattutto atmosfere, colori, angoli di città, aneddoti e un pulsare di vita imperdibile, grazie Casamémoire…à la prochaine!
La ville blanche marocaine est la métropole des affaires qui attire de nombreux hommes d’affaires et entrepreneurs dans des clubs exclusifs et pour des divertissements parfois à la limite de la légalité : une vie nocturne très particulière. Mais le Casablanca by night dont je veux vous parler est celui de la culture, vécu grâce aux fabuleuses et gratuites Nuits du Patrimoine, les 22 et 23 mars, qui m’ont fait découvrir des lieux vraiment intéressants pour leur beauté, leur art et leur histoire. Sous la conduite d’Amin et d’un jeune guide-comédien, j’ai profité de deux des trois itinéraires proposés par l’association CasaMémoire : l’ancienne Médina et le quartier des Habous. Ces soirées organisées pendant la période du Ramadan se déroulaient le soir, après l’Iftar ou ftour, (la rupture du jeûne). Le vendredi soir, devant la Sqala, se trouvaient les guides, des bénévoles bien préparés et animés d’un véritable amour pour l’histoire, la culture et l’architecture de Casablanca, ainsi qu’un public curieux et nombreux. Parmi les guides, j’ai reconnu Amin, que j’avais déjà rencontré et apprécié lors d’un tour à vélo à la découverte du Street Art. J’ai donc suivi son groupe à travers l’Ancienne Médina sur un itinéraire insolite plein d’anecdotes et d’informations sur les événements passés et les témoignages des transformations urbaines des bâtiments et des rues de ce quartier.
Le lendemain soir, samedi, j’ai eu la même chance : notre guide très compétent nous a fait visiter le splendide palais qui est le siège de la Région, l’ancienne Mahkama du pacha. Nous avons poursuivi la découverte des rues et bâtiments significatifs des Habous en nous racontant l’histoire et la transformation de cette extension de Casablanca avant qu’elle ne devienne un quartier. Nous sommes notamment arrivés rue Fontaine pour entrer dans la Maison de la musique andalouse, un lieu particulier qui est à la fois un véritable musée et un lieu de concerts et de rencontres.
L’association Casamémoire qui organise ces visites guidées (qui sont également organisées en mai et dans d’autres villes) a pour objectif de valoriser le patrimoine local, de partager sa passion et de proposer des expériences conviviales et culturelles en redécouvrant la ville, en l’occurrence de nuit. Cette quatrième édition s’est enrichie d’une triple offre qui a ajouté le nouveau parcours dans le centre ville au départ de la fontaine de la place Mohamed V.
Il est difficile de résumer la richesse des informations reçues des guides ou des panneaux explicatifs dans certaines parties de la Médina et de son musée. La visite du site de Casamémoire https://www.casamemoire.org/ permet de retracer l’histoire de la ville qui remonte à l’antiquité, voire à l’âge de pierre avec la découverte de l’Homme de Sidi Abderrahmane
Comme toutes les villes de bord de mer, elle a vu passer différentes civilisations et subi de nombreuses influences : romaine, phénicienne, arabe, berbère, puis européenne et américaine… La ville, assiégée, détruite, construite et reconstruite à plusieurs reprises, colonisée et décolonisée, a connu des périodes de décadence et de reprise, surtout commerciale, grâce à son port, qui a attiré les étrangers et les investisseurs. À l’aube du XXe siècle, elle a commencé à se développer pour devenir une ville chaotique, internationale, moderne, vibrante et colorée, à l’architecture hétérogène.
L’origine de la ville est aussi controversée que son nom originel, Anfa. Que ce soient les Romains, les Phéniciens ou les Berbères qui l’aient fondée et nommée Niffe, Anafé, Anife, Anafa ou Nafé (le nom pourrait venir de l’arabe Anf qui signifie bec, promontoire, nez, ou du berbère Anfa qui signifie sommet, colline), ce qui est certain, c’est qu’au 12e siècle, Anfa était un port de commerce que plusieurs dynasties se sont disputées pendant au moins trois siècles, jusqu’à ce qu’elle devienne une petite république de pirates au 15e siècle. Au XVIe siècle, Léon l’Africain décrit Anfa où se trouvaient des palais, des boutiques et des temples partiellement détruits par les Portugais en 1468 pour se venger des corsaires. Après cette destruction, il y eut une période de déclin qui dura trois siècles jusqu’à ce que le sultan Sidi Mohamed Ben (1757-1790) entreprenne la reconstruction avec une mosquée, une medersa, un hammam et attire les populations berbères de la région au sud d’Essaouira et de Meknès. Il accorde également un monopole commercial à deux grandes maisons espagnoles et devient en 1794, Dar El-Beïda, “la maison blanche”, la résidence du gouverneur de la province de Chaouia. Au milieu du XIXe siècle, la crise de la laine et du blé en Europe et le développement des bateaux à vapeur donnent un nouvel élan commercial à la ville portuaire et de nombreux Français, Anglais et Allemands viennent s’y approvisionner.
Port d’exportation mais aussi d’importation, de quelques centaines d’habitants en 1850, Casablanca en compte 8000 en 1866 dont 6000 musulmans, 1800 juifs et plus d’une centaine d’Européens. Sous le règne de Moulay Hassan Ier (1873-1894), Casablanca atteint 20 000 habitants et se prépare à un grand développement commercial grâce à la construction d’un grand port par les Français, qui interviennent militairement pour réprimer les affrontements même à la frontière avec l’Algérie, ce qui conduit à l’instauration du Protectorat en 1912. Dans ces années-là, la ville, entourée de murailles sur une cinquantaine d’hectares face à une côte rocheuse, était essentiellement ce que l’on appelle aujourd’hui l’Ancienne Médina. Au cours du XXe siècle, elle s’est étendue et a incorporé les villages voisins, créant des quartiers avec la nécessité d’accueillir de plus en plus d’habitants : aujourd’hui, Casablanca compte près de trois millions et demi d’habitants, sans compter les nombreux travailleurs qui habitent les villes voisines. Aujourd’hui, une visite de l’architecture de la ville permet de découvrir les styles néoclassique, art déco, art nouveau, des fonctionnalistes, des modernistes qui, en mélangeant les styles traditionnels et le savoir faire avec l’avant-garde internationale, la rendent originale et intéressante ainsi que son urbanistisme.
Mais les visites nocturnes nous ont aussi et surtout apporté des ambiances, des couleurs, des coins de ville, des anecdotes et une vie trépidante à ne pas manquer. Merci Casamémoire… à la prochaine !
P.
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Ciao les raggazze de la spiaggia Di Porte 13, Casablanca! Con la carissima donna Lala Patricia d’A!