Il cammino della città perduta/El camino de la ciudad perdida

Susana, si sa, è un’infermiera con lo zaino, come abbiamo raccontato già nel blog e nel libro.

Un’infermiera con lo zaino

Il suo amore per il viaggio però non la porta solamente nelle missioni in Africa dove, con l’associazione Cerca y Lejos, lavora come volontaria durante i suoi giorni di congedo, ma anche in Paesi e regioni remote da esplorare con le sue amiche.

Tempo fa mi aveva annunciato che sarebbe partita per el camino de la Ciudad Perdida ed io sono andata subito a cercare qualche notizia su questo percorso di cui non avevo mai sentito parlare. Scopro così che questo non è solo un percorso naturalistico-archeologico tra i più suggestivi ed interessanti della Colombia ma ha una storia che merita di essere conosciuta mondialmente. È il luogo dove sorgeva la città Teyuna, Madre Natura per il popolo dei Tairona. Ciudad Perdida fu construia circa nel 700 d. C., 650 anni prima del Machu Pucchu in Perù. La città, che comprende cinquecento terrazze di 45×18 metri circondata da mura di 7, fu abbandonata dalla popolazione nel 1650, durante la conquista spagnola. Era composta da una struttura complicata con passaggi, scale, mura e piattaforme su cui venivano costruiti siti per le cerimonie, magazzini e circa mille case che potevano ospitare da duemila a ottomila persone; fu poi considerata un cimitero dagli indigeni sopravvissuti al saccheggio successivo.

I Kogui, Wiwa, Arhuaco e Kankuamo, discendenti diretti degli antichi Tayronas, hanno dichiarato di conoscere il sito prima che fosse ritrovato nel 1976 ma che lo avevano tenuto segreto. La spedizione composta da tre archeologi e un architetto, guidati dal cacciatore di tesori Franky Rey detto ‘el abuelo’, arrivò al sito per raccogliere le prove da portare al governo colombiano per il finanziamento dello scavo. Il cantiere però fu particolarmente difficile sia per lo stato del sito abbondantemente saccheggiato sia per le difficili condizioni climatiche in cui lavorava la squadra tecnica, finché non fu impiegata la squadra degli stessi cacciatori di tesori che conoscevano il sito e perché, essendo autoctoni, erano in grado di lavorare in quell’ambiente caldo-umido, tra i 900 e i 1300 m di altitudine, nella giungla. Il sito (trentacinque ettari) fu poi aperto al pubblico nel 2005 con il nome Parque Arqueológico Ciudad Perdida-Teyuna, situato nella Sierra Nevada de Santa Marta. Leggo che la riserva archeologica è conservata dall’autorità nazionale ma anche dalle comunità indigene locali che si offrono come guide nel difficile percorso da effettuare in quattro/sei giorni.

Ecco il racconto di Susana:

Quando la mia amica Stella mi ha chiesto se volevo andare con lei in Colombia, non ci ho pensato due volte e le ho risposto: -Certo! Andiamo! – senza neanche discutere. Lei voleva fare il percorso della Ciudad Perdida e così ci siamo preparate con scarponi, zaino e il programma delle quattro intense giornate di cammino. L’inizio è stato molto faticoso, tutto il percorso era in salita, tre ore di dislivello fortissimo, nella giungla e otto fiumi da attraversare. Ho fatto davvero fatica per arrivare in cima.

Il nostro gruppo era composto di cinque donne e un uomo, di cui quattro spagnoli, una colombiana e un’australiana. Avevamo una guida indigena, Kogui, molto bravo e simpatico che ci ha spiegato tutta la storia della Cuidad Perdida, come il gran Teyuna l’ha creata e come è sparita.
Il secondo giorno è stato meno duro anche se la sveglia era alle cinque, la colazione alle cinque e trenta per iniziare il trekking alle sei. Camminando camminando, con il nostro zaino, ci siamo fermati alle quattro e mezza più o meno di pomeriggio. Il  terzo giorno siamo arrivati ai ‘1200 escalones’ milleduecento scalini da salire…una gran fatica perché ci sembrava non finissero mai. Quest’ultimo giorno è stato anche molto duro per me, quasi come il primo: ero esausta e mi dicevo: -Mamma mia, quando ci fermiamo?- Arrivati in cima però lo spettacolo era incredibile, meritava tutta la fatica che abbiamo fatto! 

Susana è rimasta incantata dal paesaggio e, ammirando i resti della città che dominava tutta l’ambiente circostante, si è immersa in un immaginario viaggio nel tempo pensando alla vita dei Tairona tanti secoli fa fino alla Conquista.

Grazie a Susana per aver condiviso questo suo cammino così interessante.

P.

Author: Patrizia D'Antonio

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One Reply to “Il cammino della città perduta/El camino de la ciudad perdida”

  1. La Giordania di Susana – Donne con lo zaino says: 09/11/2023 at 8:08 am

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