Cronache londinesi 1

Arrivo a Londra per la prima volta dopo il Brexit e mi rendo conto di quanto l’atmosfera di questa città mi sia mancata. L’occasione è un incontro tra amici tra Roma, Parigi e Londra quindi sono ancora più felice di esser volata a Gatwick e arrivata nel quartiere di Chelsea per un’immersione londinese. Mi accorgo di essere a dieci minuti di marcia da Holland Park e decido di iniziare proprio da una passeggiata nella natura in questo pomeriggio piuttosto luminoso per essere febbraio.

I ricordi di tanti anni fa riemergono mentre parto alla riscoperta di questo angolo verde nel nordovest della città. Era una mattina di un febbraio freddissimo quando, giovane ventenne, avevo deciso di incamminarmi verso questa zona dove c’era (e ancora c’è!) un ostello della gioventù immerso nel parco. Ricordo le sensazioni provate nel sedermi in una delle panchine ai margini del grande prato per riposare e leggere un po’; intorno a me solo qualche mamma con il passeggino e degli anziani seduti con un libro in mano. Mi sembrava immenso e solitario, niente a che vedere con l’Holland Park di oggi pomeriggio, pieno di gente occupata in diverse attività nelle varie zone del parco: l’area sportiva, con i campi da tennis, da cricket, petanque e fitness all’aria aperta, l’area gastronomica con la sua caffetteria e il ristorante, l’area ricreativa con giochi e playgrounds per bambini di tutte le età. Ci sono tavoli da pic nic dove famiglie con bambini festeggiano un compleanno, dappertutto sportivi di ogni età o coppie ed amici che passeggiano o che si ritrovano per chiacchierare ai tavoli della caffetteria (anche se chiusa già alle 16,30!).

Rinuncio ad un caffé e mi incammino verso il Kioto garden dove mi fermo ad ammirare gli impavidi scoiattoli e alcuni pavoni, aironi e le grosse carpe nel laghetto. Mi sento subito in sintonia con questa città che sa coniugare natura e cultura: riattraverso il parco ammirando le originali installazioni e sculture e penso ancora che tutto questo non c’era nell’Holland Park degli anni Ottanta.

Non c’era nemmeno il Design Museum, ai margini del parco, dove entro per un caffé e per approfittare della mezz’ora prima della chiusura per fare delle belle scoperte. Soprattutto mi colpisce l’opera di Yinka Llori, un artista di origine nigeriana che integra la cultura africana nell’espressione grafica, tessile e di design componendo pattern, murales, tessuti e ridisegnando ambienti come la “Launderette of Dreams” nel valore dell’inclusione, dell’interazione con i giovanissimi e del gioco come benessere, crescita, creatività, socialità costruttiva. Oggetti, installazioni, video e altre opere mi incuriosiscono come le esposizioni in mostra nel museo ma è già l’ora di chiusura ed ho il tempo giusto di prendere un buonissimo té indiano prima di uscire per un giro gastronomico: voglio cercare gli scones e gli hot cross buns prima di andare a bere una buona birra…

To be continued

P.

 

 

Author: Patrizia D'Antonio

Blogger, writer, teacher, traveller...what more? I love to meet and share with people. In my spare time I like reading, swimmming, cycling, listening and playing music . I was born in Rome but I live in Paris  

Lascia un commento

Your email address will not be published.

This field is required.

You may use these <abbr title="HyperText Markup Language">html</abbr> tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

*This field is required.