Dopo una notte di riposo, da Marzia, altra ‘amica del cammino’ che ha reso questo nostro percorso speciale anche dal punto di vista umano, iniziamo la tappa numero 10, la quarta per noi, scendendo da Mandela verso il fiume. Siamo contente di aver ricostituito la nostra formazione completa: dopo la pausa di un giorno di Anne a causa della sua caviglia gonfia e dolorante, ora il trio si è ricomposto e marciamo con allegria cantando, scherzando e raccontandoci storie. Appena il sentiero diventa più largo e comodo infatti camminiamo scegliendo canzoni per una playlist ideale per questa tappa. Abbiamo spontaneamente deciso che la musica caratterizzerà il nostro cammino di oggi come la narrazione di favole era stato per quello precedente e infine le chiacchiere leggere miste a discussioni più intime, il leit motiv di tutto il percorso.
La tappa oggi è lunga ma facile, con pochi saliscendi nel bosco e poi un sentiero in pianura che segue la Valle dell’Aniene. Appena raggiungiamo Marano Equo, ci fermiamo alle pendici del paese per una brevissima sosta e per farci timbrare le credenziali. Rispetto alle altre tappe, questa è abbastanza frequentata; qualcuno ci chiede informazioni sul percorso, incontriamo un bar lungo il fiume. Parliamo con una camminatrice che ci consiglia una deviazione per una sorgente di acqua sulfurea ma, dato il caldo, rinunciamo per proseguire invece fino ad una sorgente dove immergiamo volentieri i piedi nell’acqua freschissima per un pò e riempiamo le borracce. Proseguiamo su un sentiero che costeggia quercete verdeggianti; cerchiamo una radura per una sosta picnic e ne troviamo una davvero magica: una donna seduta ai margini ci dice che è il suo posto preferito dei dintorni dove viene, sola, per meditare e sentirsi in armonia perfetta con la natura. Ci ricarichiamo anche noi prima di continuare il cammino nelle ore più calde; riceviamo un messaggio dai nostri amici che dovrebbero venirci a prendere a Subiaco, alla fine del nostro percorso di questi quattro giorni speciali. Ci informano che ci verranno incontro ad Agosta dove arriveremo dopo circa un’ora ancora di marcia perché non possono aspettare il nostro arrivo a Subiaco. Con rammarico concludiamo il cammino ma decidiamo che è la cosa migliore considerando la caviglia di Anne, le vesciche di Raf e dovendo tornare io a lavorare il giorno dopo. Peccato, avremmo concluso la tappa per poi prenderci un giorno di riposo e visitare il monastero di San Benedetto a Subiaco che è davvero un posto speciale e riprendere la marcia, ma il tempo a nostra disposizione questa volta è esaurito. Ci diciamo però che riprenderemo senz’altro il cammino in futuro dal punto in cui lo abbiamo lasciato. Facciamo timbrare un’ultima volta le credenziali per avere la traccia visibile di un viaggio che ha lasciato un’impronta molto più profonda dell’inchiostro dei timbri.
Penso che sono partita con poche cose leggere dentro lo zaino per tornare con il bagaglio riempito di ricordi condivisi con due donne speciali.
Buon cammino a tutte/i!
P.