Ecco la nostra amica Susana, l’infermiera con lo zaino e indomita viaggiatrice che ci parla del suo viaggio in Indonesia:
La prima volta che sono stata Indonesia è stato nel 1991 per la mia luna di miele. Non avrei mai pensato allora che sarei potuta ritornarci e…da divorziata!
Mia figlia Marta ha una passione incredibile per le tartarughe e, dopo il viaggio in India dell’estate scorsa mi ha chiesto:
-Mamma, perché non andiamo a fare un viaggio per nuotare con le tartarughe l’estate prossima?
Allora ho iniziato a cercare on line informazioni sulle isole Gili, in Indonesia, dove, a detta di molti turisti, si osservano diverse tartarughe molto facilmente. Mi sono allora chiesta dove fossero queste isole per poi scoprire che si trovano molto lontano dalla Spagna dove viviamo. Ma nessuna impresa sembra impossibile per noi, allora decido che in qualche modo andremo. Ad aprile scorso ho iniziato a guardare il modo di arrivarci e ho visto così che poteva essere anche l’occasione di fare un tour per osservare gli orangotanghi del Borneo.
Il viaggio è stato molto bello ma ci si mette un sacco di tempo per arrivarci. Dato che lo scalo era un po’ lungo abbiamo deciso di passare una notte a Doha; faceva un caldo che ammazzava: 38° di notte e 48 di mattina!
-Non importa – ci siamo dette coraggiosamente e così abbiamo fatto una bellissima passeggiata per la corniche e siamo arrivate a Souq Waqif, un suk simile a quelli che ho visitato in Marocco. Abbiamo poi cenato con un pasto delizioso: mi piace tanto il Baba ganush, l’humus e il pane arabo.
Il giorno seguente siamo partite per Jakarta, capitale dell’Indonesia, una città molto rumorosa e affollata: l’Indonesia è il quarto paese più popolato nel mondo. Jakarta è il cuore dell’isola di Java, una città accogliente, sicura ed economica. La mattina prendiamo il treno per Yogyakarta dove restiamo una settimana e noleggiamo una moto. Lì abbiamo visitato i tempi induisti di Prambanan e di Borobudur, molto ben conservati, la cascata, e una piccola fabbrica dove si produce il tofu artigianalmente.
Il viaggio prosegue con un treno per Semarang e poi, in aereo, arriviamo all’isola di Borneo. Lì saliamo su un Klotok (barcone locale con bagno) dove saremo due giorni con altri otto turisti condividendo pranzo, cena e colazione e l’atteso tour nella foresta per osservare gli orangotanghi. Anche questa è stata un’esperienza indimenticabile: vedere muovere e vivere questi animali nel loro ambiente ci ha affascinate.
Dopo il Borneo abbiamo preso altri due aerei per arrivare a Gili Trawangan, una piccola isola dove è proibito tutto quello che è a motore; ci si sposta a piedi o si usa la bicicletta: sono permessi i carretti a cavallo!
Lì abbiamo fatto il corso di Open water (io) e Advanced (Marta), abbiamo studiato molta teoria ma abbiamo messo tutto in pratica meravigliosamente: è durato tre giorni facendo immersioni sia in piscina sia in mare. Il mare è spettacolare, pieno di tartarughe, squali e pesci colorati. Qui mia figlia ha potuto realizzare il suo sogno che era il motivo principale del nostro viaggio: osservare le tartarughe in ogni modo.
Dopo Gili Trawangan abbiamo preso un’altra barca per arrivare a Gili Meno, un’isola più piccola e più tranquilla, dove abbiamo fatto lo snorkeling e visto ancora tante tartarughe e pesci diversi. La vita in queste isole è rilassata, non essendoci né macchine né traffico: penso che chi vive qui si possa sentire come in vacanza.
Dopo Gili Meno prendiamo un’altra barca e andiamo a Lombok, un’altra isola più grande e meno turistica di Bali. Siamo partite subito per un’escursione a Tiu Kekep, un luogo molto verde con una bella cascata. Siamo poi andate nell’immancabile Monkey Forest.
L’ultimo giorno partiamo per Mataram, la città più importante di Lombok dove abbiamo visitato il tempio dell’acqua e il Meru temple.
Ci è mancato il tempo per vedere tutte le isole, essendo 17000! –Poco male: ci tornerò una terza volta– mi dico. Certo il percorso di ritorno per Madrid è stato faticoso con tre aerei da prendere ma il viaggio, che consiglio davvero, merita lo spostamento e poi, si sa, viaggiare è sempre un piacere!
Susana