Giornate FAI a…Palazzo!

Riceviamo e pubblichiamo dalla nostra amica Alessandra Damiotti, dallo zaino e la penna sempre pronti, un articolo davvero interessante:

(en français après la dernière photo) Si sono appena svolte le Giornate FAI di Primavera, sabato 23 e domenica 24 marzo ed anche questa volta s’è trattato d’una bella avventura. Quando tre anni fa ho scritto al FAI per propormi come volontaria, non avevo idea di cosa volesse propriamente dire e immaginavo che non mi avrebbero neanche risposto. E invece no, sono stati molto efficienti e mi sono trovata ad entrare in un circuito che ha funzionato bene da subito. Assegnata al Gruppo di Civitavecchia (abito a Cerenova), sono stata accolta nella chat gestita da Daniele e, detto fatto, ho partecipato al primo sopralluogo che era allora il Castello di Torrimpietra. I volontari possono occuparsi dell’accoglienza del pubblico, della formazione dei gruppi, di accompagnare le visite come sorveglianti, di dedicarsi al settore digitale, ognuno trova la sua dimensione e c’è lavoro per tutti. A me è stato dato il ruolo di narratore, cosa che mi ha fatto tanto piacere perché il sopralluogo appena fatto, con le belle cose da mostrare e da spiegare, gli aneddoti, i personaggi e le storie di dame, cavalieri, papi, artisti ed eroi, mi aveva proprio fatto venire voglia di raccontare!

E’ iniziata così la mia esperienza di volontaria per il Fondo Ambiente Italiano, nato nel 1975 come Fondazione senza scopo di lucro, che si ispira all’art. 9 della Costituzione: “La Repubblica (…) tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Missione del FAI, dunque, è curare, vigilare, promuovere e far conoscere, perché ciò che si conosce si rispetta e si ama. A questo servono le Giornate di Primavera e di Autunno, ad avvicinare i cittadinia luoghi inediti e inaccessibili solo a pagamento. Inoltre, dato che la Fondazione si finanzia al 70% con i contributi dei privati, le Giornate sono anche il momento per la raccolta di donazioni e per la campagna tesseramento.

Il lavoro di preparazione delle Giornate comincia dall’individuazione di un sito adatto e dalle delicate trattative con i proprietari; una volta formalizzato l’accordo reciproco, iniziano i sopralluoghi, la conoscenza del luogo, la raccolta d’informazioni, l’incontro coni vari interlocutori e la logistica (anche la destinazionedi un’area di parcheggio e la sistemazione di un gazebo rientrano nei preparativi e niente deve essere lasciato al caso).

Per quel che riguarda il mio ruolo di narratrice, mi metto al lavoro sulla base dei testi che troviamo: a volte si tratta di analizzare fonti troppo corpose da cui bisogna estrarre nozioni utili ed interessanti, a volte si tratta, al contrario, di arricchire materiali scarsi o carenti. In questa fase mi piace spulciare qua e là, andare a frugare tra alberi genealogici, stemmi e ritratti, scoprire chi sono gli autori di questa o quell’opera d’arte… Anche se il nostro ruolo non è propriamente quello di fare una lectio magistralis, accogliere centinaia di visitatori richiede comunque una preparazione seria e accurata. Mi piace immaginare che, indipendentemente dal livello di studio, alla fine di un percorso di visita ognuno possa dire d’aver ascoltato qualcosa di nuovo oltre, spero, ad aver passato un buon momento di svago.

Questa volta l’obiettivo delle nostre Giornate è stata la visita del Palazzo Ruspoli a Cerveteri. Forse la sfida più difficile è stata quella di riuscire a comprimere quello che c’era da dire entro 45 minuti, il tempo assegnatoci per il percorso: la sera precedente ero ancora lì col cronometro a fare le prove! Siamo partiti da piazza Santa Maria, situata su un’altura del pianoro tufaceo creato dalle eruzioni del vulcano Sabatino (Bracciano).La storia del territorio etrusco dove sorse Agylla (per i Greci), Caisra (per gli Etruschi), Caere (per i latini), oggi Cerveteri, sarebbe molto lunga. La piazza è circondata da bastioni merlati dell’anno 1000, in parte inglobati dagli edifici delle settecentesche case Grifoni (dove abitavano i lavoranti che venivano dalla Toscana) e in parte dal Palazzo Ruspoli. La parte più antica della chiesa di Santa Maria Maggiore risale al 1000 ed è stata edificata sui resti di un tempio etrusco, poi tempio romano. Di fronte alla chiesa, nella rocca duecentesca, c’è il Museo Nazionale Archeologico Cerite, inaugurato nel 1967 (donato allo Stato dalla famiglia Ruspoli) che vale una visita già solo per il cratere di Euphronios e la Kylix, che l’Italia ha recuperato dagli Stati Uniti nel 2015.

Il rinascimentale Palazzo Ruspoli costruito sul finire del 1400, s’affaccia col suo biancore e la sua semplicità architettonica sulla piazza, tra la chiesa e le case Grifoni. Fu acquistato nel 1674 da Bartolomeo Ruspoli, divenendo così proprietà del Casato che ha le sue origini nella Firenze del XIII sec. A Gentile Virginio Orsini, nella prima metà del ‘500, dobbiamo gli abbellimenti delle sale che visiteremo all’interno. Il doppio Loggiato del 1730 lo dobbiamo a Francesco Maria Ruspoli, primo Principe di Cerveteri dal 1709.

Al piano nobile troviamo il Salone delle Feste di 200 mq, con il camino monumentale e il pavimento originario in cotto; la stanza da letto di Giustiniana moglie di Gentile Virginio Orsini, o Sala dei Riti Propiziatori, così chiamata perché i soggetti degli affreschi miravano a favorire la nascita d’un erede maschio (ma ebbero due figlie femmine); la Sala di Diana o delle Bacchi che che prende il nome dalla figura di Diana e dal dipinto della danza di Bacco e, infine, lacamera da letto dell’Orsini, o Sala di Polifemo ed Ulisse così detta per i soggetti degli affreschi che rappresentano episodi della storia del Ciclope (innamorato di Galatea che, invece, amava Aci, finito schiacciato da un masso scagliatogli da Polifemo) e d’Ulisse che fugge dalla caverna nascosto sotto il vello del montone.

L’interesse di queste tre stanze sta soprattutto nei bei soffitti “a schifo”, termine tutt’altro che dispregiativo, che indica una volta a padiglione ribassato al centro, utilizzata per moltiplicare le superfici da decorare (la camera a canne che si veniva a creare ha permesso di conservare in ottimo stato i soffitti che non sono mai stati restaurati). E infatti, i visitatori stanno col naso all’insù ad ammirare le storie dipinte, le grottesche, gli stucchi, lo stemma personale di Virginio Orsini che troneggia al centro d’ogni stanza, (per non far dimenticare al visitatore chi sia il committente). Gli artisti chiamati a palazzo furono il Rosso Fiorentino, Benvenuto Cellini che raggiunse l’amico nell’estate del 1524 per fuggire la peste a Roma, Luzio Romano e Domenico Zaga che lavorarono a Castel Sant’Angelo e nelle Logge vaticane. Tra le tante storie volgio ricordare due aneddoti: nelle decorazioni del soffitto della sala di Diana sono incastonate delle conchiglie che il Cellini, come scrive lui stesso nella sua autobiografia, andò personalmente a raccogliere sul litorale e nel soffitto della stanza di Giustiniana ci sono tanti fori lasciati dai Tedeschi che hanno occupato il palazzo durante la guerra e che si divertirono a sparare sui disegni, così come fecero anche nella sala della caccia nel Castello di Torrimpietra.

La seconda parte della visita attraversa il magnifico loggiato, con cinque archi a tutto sesto, la cui vista si apre sull’antico borgo di Cerveteri e spazia fino al mare. Si entra poi nel Salone dei “succhi d’erba”, appesi alle pareti. Ne abbiamo visti altri nelle stanze visitate, ma questi sono più ampi e meglio conservati. Di cosa si tratta? A prima vista sembrano arazzi, ma non lo sono: il tessuto, spesso un cannellato di seta, “assorbiva” dal cartone preparatorio il disegno fatto utilizzando pigmenti vegetali, da cui il nome, con un bell’effetto d’acquarello. Erano un’alternativa molto diffusa agli arazzi perché avevano un costo meno proibitivo.

La stanza delle foto, che ha interessato molto i visitatori, raccoglie la memoria fotografica della famiglia Ruspoli dal 1800 ad oggi e vi trova posto anche il dipinto della Principessa Maria Pia, vedova del decimo Principe Sforza Ruspoli. Lei, la figlia Giacinta e l’ottimo Ugo Ricci (che ci ha aperto le porte dei luoghi) nel 2023 hanno costituito la Fondazione Sforza Ruspoliche ha lo scopo di valorizzare il territorio cui il Principe era particolarmente legato.

Le Giornate di Primavera hanno avuto un grande successo di pubblico e, come le altre volte, mi hanno lasciato un senso di profonda gratificazione. Ho constatato ancora una volta che è sufficiente trascorrere appena un’oretta con ogni gruppo di visitatori perché si crei un’autentica corrente di simpatia e di coesione tra noi. Quando ci si saluta ho la sensazione di aver condiviso con loro molto più d’una visita.

Un ringraziamento va a tutti i miei colleghi del Gruppo di Civitavecchia per l’impegno messo nel superamento anche di questa sfida.

A.D.

LES JOURNÉES DE LA FAI AU PALAIS

Les Journées de Printemps de la FAI viennent d’avoir lieu, samedi 23 et dimanche 24 mars, et cette fois encore ce fut une grande aventure. Lorsque j’ai écrit à la FAI il y a trois ans pour me proposer comme bénévole, je n’avais aucune idée de ce que cela signifiait vraiment et j’imaginais qu’ils ne me répondraient même pas. Mais non, ils ont été très efficaces et je me suis retrouvée dans un circuit qui a tout de suite bien fonctionné. Affectée au groupe de Civitavecchia (j’habite à Cerenova), j’ai été accueillie dans le Group de W-App tenu par Daniele et, cela dit, j’ai participé à la première inspection, qui était alors le château de Torrimpietra. Les bénévoles peuvent s’occuper de l’accueil du public, de la formation des groupes, de l’accompagnement des visites en tant que moniteurs, ou travailler dans le secteur numérique, chacun trouve sa dimension et il y a du travail pour tout le monde. On m’a confié le rôle de narrateur, ce qui m’a fait très plaisir, car la visite que je venais de faire, avec les belles choses à montrer et à expliquer, les anecdotes, les personnages et les histoires de dames, de chevaliers, de papes, d’artistes et de héros, m’avait vraiment donné envie de raconter !

C’est ainsi qu’a commencé mon expérience de bénévole au sein du FondoAmbiente Italiano, une fondation à but non lucratif fondée en 1975, qui s’inspire de l’article 9 de la Constitution :“La République (…) protège le paysage et le patrimoine historique et artistique de la Nation“.

Le travail préparatoire aux Journées commence par l’identification d’un site adéquat et les délicates négociations avec les propriétaires ; une fois l’accord mutuel formalisé, commencent les inspections, la connaissance des lieux, la collecte d’informations, la rencontre avec les différents interlocuteurs et la logistique (même la destination d’un parking et l’installation d’un kiosque font partie des préparatifs et rien ne doit être laissé au hasard).

En ce qui concerne mon rôle de narrateur, je travaille à partir des textes que nous trouvons : parfois il s’agit d’analyser des sources trop corsées dont il faut extraire des notions utiles et intéressantes, parfois il s’agit au contraire d’enrichir des matériaux rares ou lacunaires. A ce stade, j’aime bien fouiller ici et là, chercher dans les arbres généalogiques, les blasons et les portraits, voir qui sont les auteurs de telle ou telle œuvre d’art… Même si notre rôle n’est pas vraiment de faire une lectio magistralis, accueillir des centaines de visiteurs demande tout de même une préparation sérieuse et minutieuse. J’aime imaginer que, quel que soit le niveau d’étude, à la fin d’une visite, chacun puisse dire qu’il a entendu quelque chose de nouveau. Et aussi, je l’espère, d’avoir passé un bon moment…

Cette fois-ci, nos journées ont été consacrées à la visite du palais Ruspoli à Cerveteri. Le défi le plus difficile à relever a sans doute été de faire tenir tout ce qu’il y avait à dire en 45 minutes ,le temps qui nous était imparti pour le parcours : j’étais encore là la veille avec le chronomètre en train de répéter ! Nous sommes partis de la Piazza Santa Maria, située sur une élévation du plateau de tuf créé par les éruptions du volcan Sabatino (Bracciano). L’histoire du territoire étrusque où furent construits Agylla (pour les Grecs), Caisra (pour les Étrusques), Caere (pour les Latins), aujourd’hui Cerveteri, serait longue. La place est entourée de remparts crénelés datant de l’an 1000, en partie englobés par les bâtiments des maisons Grifoni du XVIIIe siècle (où vivaient les ouvriers toscans) et en partie par le PalazzoRuspoli. La partie la plus ancienne de l’église de Santa Maria Maggiore date de l’an 1000 et a été construite sur les vestiges d’un temple étrusque, puis d’un temple romain. En face de l’église, dans la forteresse du XIIIe siècle, se trouve le Musée archéologique nationalCerite, inauguré en 1967 (donné à l’État par la famille Ruspoli), qui vaut la peine d’être visité rien que pour le cratère d’Euphronios et le Kylix, que l’Italie a récupéré des États-Unis en 2015.

Le Palais Ruspoli de la Renaissance, construit à la fin du XVe siècle, domine la place avec sa blancheur et sa simplicité architecturale, entre l’église et les maisons Grifoni. Il fut acheté en 1674 par Bartolomeo Ruspoli, devenant ainsi la propriété de la Maison dont les origines remontent à la Florence du XIIIe siècle. Nous devons les embellissements des pièces intérieures à Gentile Virginio Orsini dans la première moitié du XVIe siècle. La double loggia de 1730 est due à Francesco Maria Ruspoli, premier prince de Cerveteri à partir de 1709.

Sur le piano nobile se trouve le Salone delle Feste de 200 mètres carrés, avec sa cheminée monumentale et son sol en terre cuite d’origine ; la chambre à coucher de Giustiniana, épouse de Gentile Virginio Orsini, ou la Salle des Rites Propitiatoires, ainsi appelée parce que les sujets des fresques devaient favoriser la naissance d’un héritier mâle (mais ils eurent deux filles) ; la chambre de Diane ou de la Bacchiche, nommée d’après la figure de Diane et le tableau de Bacchus dansant et, enfin, la chambre Orsini, ou chambre de Polyphème et Ulysse, appelée ainsi en raison des sujets des fresques représentant des épisodes de l’histoire du Cyclope (amoureux de Galatée, qui, cependant, aimait Acis, qui fut écrasé par un rocher que lui lança Polyphème) et d’Ulysse s’échappant de la grotte caché sous la toison du bélier.

L’intérêt de ces trois salles réside avant tout dans les beaux plafonds “a schifo“, terme qui n’a rien de péjoratif, désignant une voûte en pavillon abaissée au centre, utilisée pour multiplier les surfaces à décorer (la salle cavité qui a ainsi été créée a permis de conserver en excellent état les plafonds, qui n’ont jamais été restaurés). Et en effet, le visiteur reste le nez en l’air pour admirer les histoires peintes, les grotesques, les stucs, les armoiries personnelles de Virginio Orsini qui trônent au centre de chaque pièce, (pour que le visiteur n’oublie pas qui était le mécène). Les artistes appelés au palais sont Rosso Fiorentino, Benvenuto Cellini qui rejoint son ami durant l’été 1524 pour échapper à la peste à Rome, Luzio Romano et Domenico Zaga qui travaillent au Château Saint-Ange et aux Loggias du Vatican. Parmi les nombreuses histoires, je choisirai deux anecdotes : dans les décorations du plafond de la salle Diana, il y a des coquillages que Cellini, comme il l’écrit lui-même dans son autobiographie, est allé chercher personnellement sur la côte, et dans le plafond de la salle deGiustiniana, il y a de nombreux trous laissés par les Allemands qui ont occupé le palais pendant la guerre et qui aimaient tirer sur les dessins, comme ils l’ont fait également dans la salle de chasse du château de Torrimpietra.

La deuxième partie de la visite passe par la magnifique loggia, avec cinq arcs en plein cintre, dont la vue s’ouvre sur l’ancienne ville de Cerveteri et s’étend jusqu’à la mer. Nous entrons ensuite dans la salle « des jus d’herbe », accrochés aux murs. Nous en avons vu d’autres dans les salles que nous avons visitées, mais celles-ci sont plus grandes et mieux conservées. De quoi s’agit-il ? À première vue, elles ressemblent à des tapisseries, mais ce n’est pas le cas : le tissu, souvent en soie, “absorbe” du carton préparatoire le dessin réalisé à l’aide de pigments végétaux, d’où le nom, avec un bel effet d’aquarelle. Elles constituaient une alternative aux tapisseries car leur coût était moins prohibitif.

La salle des photos, qui a beaucoup intéressé les visiteurs, rassemble la mémoire photographique de la famille Ruspoli de 1800 à nos jours et contient également le tableau de la princesse Maria Pia, veuve du dixième prince Sforza Ruspoli. Elle, sa fille Giacinta et l’excellent Ugo Ricci (qui nous a ouvert les portes des lieux) ont créé en 2023 la Fondation Sforza Ruspoli dans le but de valoriser le territoire auquel le Prince était particulièrement attaché.

Les Journées de Printemps ont connu un grand succès auprès du public et m’ont laissé, comme les autres fois, un sentiment de profonde gratification. J’ai réalisé une fois de plus qu’il suffit de passer une heure avec chaque groupe de visiteurs pour qu’un véritable courant de sympathie et de cohésion se crée entre nous. Au moment de prendre congé, j’ai le sentiment d’avoir partagé avec eux bien plus qu’une simple visite.

Je remercie tous mes collègues du groupe de Civitavecchia pour leur engagement à relever ce défi.

Alessandra Damiotti

Author: Patrizia D'Antonio

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