Questa rubrica di libri è nata dal desiderio di condividere con le lettrici del blog quanto riteniamo degno di nota e apprezzamento nel panorama letterario italiano e non.
Lo abbiamo sempre fatto in modo oggettivo ed imparziale, ma oggi confesso che non potrò esserlo nel recensire il libro di Patrizia, il mio alter ego di “donne con lo zaino”. Sarà assolutamente un giudizio di parte perchè questo libro io l’ho visto crescere e lievitare tra i banchi di scuola, dove Patrizia ha fatto suo il motto che dà il titolo al suo libro: “L’altro sono io”. L’ho sentita a Digione mentre discuteva la sua tesi di dottorato incantando la commissione che aveva conosciuto Alberto Manzi grazie a lei.
Il volume, estratto appunto dalla sua tesi di dottorato, si incentra su una figura carismatica per l’Italia, il Maestro che ha dato carta e penna ai tanti italiani analfabeti del dopoguerra (ma soprattutto dignità e rispetto), il combattente di mille battaglie, lo scrittore umanista che ha saputo parlare di sé senza protagonismi, solo attraverso i personaggi dei suoi libri che si ribellano alla varie tirannie e muoiono per una causa, perché la loro fine rimanga nelle coscienze dei lettori senza vanificare con un finto happy end la loro rivolta.
Leggete il libro, care donne con lo zaino, insegnanti, mamme, nonne, bibliotecarie, lettrici, troverete in esso lo stimolo a conoscere e ri/conoscere l’educatore che è in ognuno di noi, l’essere che sa imparare e farsi un’opinione senza affidarsi al main stream, che rifugge dalla frasi fatte e dai facili entusiasmi ma che cerca continuamente una via personale di crescita e di riscatto, meglio se insieme alle/ai altre/i.
R.