Sonia, Brescia, Milano, Parigi, Disneyland ed il resto del mondo…
Sonia è apparsa una domenica di febbraio alla nostra presentazione del libro da Ortensia&Chef, a Parigi, dichiarando di aver letto la locandina dell’evento su internet e di essere stata incuriosita dal titolo, “Donne con lo zaino. Vite in cammino” perché pensava che il tema le fosse congeniale. Si è fermata dopo per parlare un po’ ed ho potuto confermare quanto avesse ragione: questa donna curiosa e dinamica aveva davvero un mondo da raccontare per il nostro blog. Prendiamo subito un appuntamento per vederci, qualche giorno dopo, a casa di una coppia di americani partiti in vacanza dove i tre gatti Griffin, Camille et Lilli avevano ‘accolto’ la mia amica Ludovica, loro petsitter occasionale ed anche lei desiderosa di conoscere meglio Sonia.
Bresciana di nonna veronese e nonno mantovano, fin da bambina è stata immersa nella dimensione del viaggio e dell’intercultura. Zainetto in spalla, alla fine della quinta elementare, è partita per la prima volta in Inghilterra dove poi si è recata da sola tutte le estati per imparare l’inglese. Acquisita dalla mamma la passione per le lingue e per i viaggi, le è stato chiaro fin da subito che parlare altri idiomi era la chiave per poter soddisfare quel desiderio di conoscere il mondo e poter costruire la sua indipendenza attraverso il lavoro. La mamma, laureata in lingue alla Bocconi, aveva rinunciato al lavoro per la famiglia, occupandosi della casa e dei suoi due figli. Questa mancata realizzazione in campo professionale è stata percepita da Sonia come un aspetto della mamma da non emulare mentre ha condiviso la sua apertura interculturale e la facilità nel comunicare in altre lingue:
Mi sono diplomata al liceo linguistico di Brescia e poi ho lasciato la mia città per studiare a Milano dove mi sono laureata in Lingue. Mi sono così avvicinata alle aspettative della mamma allontanandomi da quelle di mio padre e dell’altra parte della famiglia, composta tutta da noti commercialisti. Odiavo le cifre mentre avevo una vera e propria passione per le lingue straniere.
Dopo la maturità mi sono scoperta una vera passione per la pubblicità, mi svegliavo persino la notte inventando slogan improbabili per spot pubblicitari (era l’epoca di Seguela). Mi dico: ho trovato la mia strada, diventerò “copywriter” seguendo i corsi dell’Istitute Europeo di Design! Ma il destino ha deciso diversamente: il giorno in cui decido di annunciare la decisione ai miei, mio padre versa la prima rata dello IULM e il mio destino prende tutt’altra piega. Faccio lingue allo IULM per 4 anni e un anno di specializzazione come interprete e traduttrice all’Università di Verona. Dopo un corso di specializzazione post-laurea come interprete e traduttrice ho tentato di passare il concorso di interprete CEE senza grande successo; quando, nel gennaio del ’94, un’amica francese mi offre ospitalità, decido di cogliere al volo l’occasione e partire per Parigi per trovare lavoro. Appena arrivata, vengo assunta come assistente alla clientela per un ricettivo che trattava con clienti italiani; il lavoro era estremamente faticoso, gli orari impossibili, così l’anno dopo decido di tornare in Italia e inizio a lavorare come rappresentante di un tour operator di Mestre. Con questo impiego ho potuto viaggiare molto, sia per lavoro che per piacere: ho lavorato a lungo in Egitto (a Hurghada, SharmEl Sheikh, Cairo, sulle crociere sul Nilo), in Turchia, ed alle Maldive. Avevo conquistato l’indipendenza economica che desideravo per poter viaggiare a mio piacimento (sono stata in India, in Australia, ecc.) con un lavoro che mi faceva vivere lunghi periodi in giro per il mondo. Quando poi, sempre per lavoro, ho passato sei mesi di seguito alle Maldive, mi sono resa conto però che mi mancavano gli stimoli culturali di una città come Parigi e che non avrei voluto fare sempre questo lavoro che mi faceva permanere a ricevere i turisti in questi luoghi di vacanza, da sogno certo, ma isolati e privi di altre opportunità. Terminata perciò la stagione nel giugno del ’98, decido di trascorrere qualche giorno di vacanza a Parigi, ospite di un’amica italiana conosciuta durante il mio precedente soggiorno francese. Lei mi parla di un’opportunità a Disneyland, dove lavora, e detto fatto mi ritrovo a passare un colloquio per un posto presso il call center ufficiale. Il colloquio va bene e subito mi viene offerto un contratto fisso nel loro centro prenotazioni, dove sono rimasta per sei anni e cresciuta professionalmente.
Si pensa a Disneyland solo come ad un grande parco d’attrazione ma dietro ci sono persone come Sonia che lavorano, imparano, trattano con i clienti e li aiutano nel loro sogno di evadere dalla realtà quotidiana, per qualche ora o qualche giorno, per farsi sorprendere, entrare nella magia di uno spazio creato per immaginare, vivere delle emozioni insieme ai personaggi preferiti di tante storie:
Certamente c’è l’aspetto marketing ma so che sto vendendo la magia e realizzando il sogno di tante famiglie e persone che vengono da lontano per sentirsi felici almeno per un po’, dimenticare i problemi, rompere la routine. Le storie di Disney fanno parte dell’immaginario collettivo e far partecipare la gente a questo mondo mi appaga. È un lavoro ispirante anche se non ne amo l’aspetto commerciale.
In venticinque anni in questa azienda sono riuscita a crescere diventando prima formatrice, poi lavorando nella comunicazione interna(ho partecipato alla creazione dell’intranet per condividere le informazioni per gli agenti di prenotazione), in seguito occupandomi dei cataloghi ufficiali per le agenzie di viaggio. Sono entrata in questo settore per caso, per sostituire una collega in congedo per adozione e poi ci sono rimasta tredici anni: mi sono occupata del publishing del catalogo in inglese, in italiano, in spagnolo. Insomma a Disneyland ho potuto evolvere professionalmente, fondendo le mie varie competenze:quelle linguistiche, la passione per i viaggi nonché l’interesse per i social media, che mi ha portato al posto che occupo dal 2020 (coordino l’integrazione di contenuto specifico per ogni mercato nella linea editoriale globale di Disneyland Paris). I viaggi sono tornati ormai ad essere il mio hobby personale, mentre quotidianamente creo pubblicazioni che faranno venire voglia alla gente di viaggiare. Ho tante storie in questi anni che mi hanno toccato, come per esempio quando mi occupavo delle prenotazioni di una famiglia italiana che veniva ogni anno con la figlia autistica. Si era creata una relazione di fiducia: loro volevano me per organizzare il soggiorno che doveva rispondere totalmente alle esigenze particolari della loro bambina. Aveva infatti bisogno di ritrovare una routine, delle abitudini rassicuranti: soggiornare sempre nella stessa stanza, poter fare lo stesso giro, insomma trovare l’accoglienza adatta che le desse sicurezza. Dopo aver preparato tutto a distanza per anni, un giorno li ho incontrati personalmente e la bambina, che normalmente non tollerava contatti fisici né esprimeva i suoi sentimenti, mi ha abbracciata! È stata un’emozione fortissima per me.
Sonia ha riconquistato la sua indipendenza anche nella vita sentimentale, dopo la separazione con il marito con cui ha condiviso per sedici anni anche la passione per i viaggi. Nel momento difficile dopo la rottura di questa relazione importante, Sonia ha trovato l’appoggio di tanti amici, ha riscoperto l’amicizia e la cultura italiana a Parigi che dice essere caratterizzata da una maggiore facilità di contatto ed ha ripreso a viaggiare da sola:
Londra, Grecia, Vietnam
Quando non riesco a controllare tutto mi viene voglia di partire; inoltre divento impaziente, ho bisogno di novità, chissà, forse dipende dal mio segno zodiacale, il Sagittario. Ho sempre viaggiato con amici (e con mio marito quando ero sposata) ma per i miei cinquant’anni ho deciso di andare in Vietnam da sola. In quel periodo ero davvero affranta per la perdita di due care amiche: una per un tumore e l’altra per un arresto cardiaco: ho deciso così di partire, e fare un viaggio in solitaria. Dopo la separazione mi sono iscritta a diversi gruppi online di donne che viaggiano da sole: il gruppo internazionale“Host A Sister” e il gruppo italiano “Viaggio da sola perché”, fondato nel 2015 e di cui da qualche mese sono diventata anche una delle moderatrici. Nel primo gruppo, per esempio, si offre ospitalità, si scambiano informazioni o si dedica del tempo alle viaggiatrici solitarie che vengono nella propria città, creando così una rete di donne che viaggiano da sole e si supportano l’una con l’altra in diverse forme. Il gruppo italiano è un gruppo nato per dare sostegno alle donne che decidono di affrontare per la prima volta un viaggio in solitaria, per condividere consigli sulle destinazioni più svariate o semplicemente su come viaggiare da sole in quanto donne. Grazie al gruppo italiano ho conosciuto ed ospitato Paola, una delle moderatrici a Parigi mentre, grazie ad una mia pubblicazione nel gruppo internazionale, quando sono stata a Riga nel febbraio del 2022, una ragazza che vive nella capitale lettone, si è proposta di farmi da guida: mi ha portato a visitare il mercato, il quartiere art déco ed altri posti interessanti. Si creano poi delle vere e proprie amicizie: una ragazza messicana conosciuta l’estate scorsa a Parigi tramite “Host A Sister” ha ospitato a sua volta una mia amica neozelandese conosciuta in Vietnam durante il mio viaggio in solitaria, e il mese scorso ci siamo ritrovate tutte e tre in Messico in vacanza.
Nella nostra catalogazione dei tanti modi di viaggiare ed approcciare la vita, Sonia si definisce ‘radicante’ ascendente ‘nomade’. Ha deciso tempo fa di mettere radici a Parigi, città straordinaria che può avere una dimensione quasi di villaggio, con la sua vita di quartiere, i caffè con gli ‘habitués’, i piccoli negozi. Racconta ad esempio che durante la pandemia si era creata una vera e propria rete locale di sostegno, per aiutarsi vicendevolmente con la spesa, per esempio. La stessa pandemia l’ha spinta a vivere maggiormente lo spazio intorno all’appartamento che condivide con una coinquilina, cambiando anche il suo modo di lavorare che, per la maggior parte, si svolge ormai a distanza. Questo le fa pensare che potrebbe anche trasferirsi in un’altra città, magari nel sud della Francia, dove il clima è migliore, e da dove può raggiungere facilmente Parigi i giorni in cui deve recarsi a Disneyland.
Torniamo a parlare dei gruppi “Host A Sister”e “Viaggio da sola perché” che trovo davvero interessanti. Sonia ha partecipato alla riscrittura del Regolamento del gruppo italiano:
Le partecipanti di questo gruppo possono avere diversi ‘livelli’ di esperienza nel viaggio e quindi di interazione all’interno del gruppo: ci sono le ‘sperimentate’, che sono attive, commentano le pubblicazioni e danno consigli alle più inesperte e quelle che si lanciano per la primissima volta in un viaggio da sole. Faccio parte delle moderatrici: siamo un gruppo femminista intersezionale (un gruppo che promuove i diritti e le libertà delle donne, accogliendo e sostenendo allo stesso tempo anche le lotte per i diritti e la libertà di altre comunità e gruppi) e crediamo molto in questo progetto vivendolo in prima persona. Vegliamo sulla qualità delle pubblicazioni; gli scambi delle informazioni devono essere utili ed originali. Il punto di vista deve imperativamente essere quello di una donna che viaggia da sola ovvero pensare agli eventuali pericoli, difficoltà ma anche alle opportunità. Nel Regolamento inoltre ci sono ovviamente i criteri generali del rispetto, dell’assenza di giudizio, della volontà di supportare le difficoltà del viaggiare in quanto donna sola. L’idea che condividiamo è che questo modo di viaggiare offre l’esperienza di una totale libertà, permette una grande apertura e disponibilità al mondo che percorri. In realtà, però, non sei mai sola grazie al supporto delle altre donne del gruppo tanto che a volte si finisce per incontrarsi anche nella vita reale. Insomma viaggi da sola ma non resti mai sola…
Messico
P.