Mira, Roma-Amelia
Intercetto Mira nel tragitto che da casa la conduce al lavoro. Presentata da una comune amica, capisco già dalla sua voce che è una delle donne che, pur non avendo l’“horror vacui” non riescono a stare ferme.
Mi dice che partecipare ad un’intervista per il blog le servirà forse a capire meglio il filo conduttore della sua vita, che definire variegata è poco.
Racconta di sé partendo da quando, giovanetta, partecipava a tutte le manifestazioni, detestando da subito l’ineguaglianza e le ingiustizie. Il matrimonio e la nascita dei due amati gemelli non le hanno impedito di cercare sempre l’indipendenza economica dedicandosi al suo lavoro che, allorché la porta all’estero, le offre l’opportunità di conoscere mondi e persone differenti. Il lavoro ha rappresentato per lei una grande opportunità di crescita personale e professionale. “Rimarrò sempre grata per questo…” afferma.
Dapprima si reca in Spagna poi in Algeria, dove porta, oltre alla sua cultura, la sua sensibilità. Prima svolge un lavoro di tipo amministrativo, poi segue un indirizzo commerciale presso le ambasciate di Madrid, il consolato di Sivilglia e Algeri.
Altro filo conduttore della sua vita è stato l’impegno sindacale. Presso la CGIL si è sempre occupata di difendere le persone quando vedeva delle ingiustizie. Anche adesso che è andata in pensione, continua a collaborare con il sindacato.
Altro interesse portante della sua esistenza è quello per il teatro. Si entusiasma quando afferma: -Abbiamo fondato un’associazione: “Amici del teatro – Amelia” conducendo per prima cosa una grande lotta per acquisire un teatro del ‘700 che era andato all’asta. Abbiamo vinto una importante battaglia, il teatro adesso è di proprietà statale!
Mira:
Sono mamma di due figli gemelli. Quando lavoravo all’estero, ogni quindici giorni tornavo in Italia, ho dovuto conciliare lavoro e figli, anche perché avevo divorziato dal mio primo marito con una separazione turbolenta. Sono fiera d’essere riuscita a tenere duro sul piano degli affetti.
In questa stagione della vita sono nonna di due meravigliose nipotine, vedere la loro crescita, stare con loro mi dà una grande gioia, provo tanta tenerezza. Adesso sono più rilassata ma c’è stata nella mia esistenza tanta fatica emotiva, e fisica. Dalla mia parte ho avuto uno speciale gruppo di donne che mi hanno saputo consigliare e offrire aiuto concreto e spontaneo, mi hanno dato una mano nei momenti più duri.
Un’occasione che mi piace ricordare nel mio percorso professionale è quando ho partecipato ad una breve missione internazionale dei Paese donatori nei campi dei profughi Sahrawi, nella parte più a sud del deserto algerino. Ecco, confrontarsi con una popolazione che da oltre quaranta anni vive in un ambiente estremo come quello desertico eppure conserva una generosità e una gentilezza antiche verso l’ospite straniero -i bimbi che ti corrono incontro festosi e allegri- fa davvero riflettere sulle nostre vite ‘opulente’ e frettolose, in cui spesso ci lamentiamo di ogni piccola cosa che va storta…
Da studenti i miei figli mi hanno seguito in Spagna e solo col tempo hanno capito le mie scelte, hanno compreso gli sforzi che ho fatto e apprezzano l’esperienza internazionale che gli ho offerto. Il mio messaggio è arrivato, piano piano le cose essenziali sono venute fuori, dopo anni di grandi difficoltà.
Il sindacato è un’altra grande passione. Alla CGIL mi occupo del personale che lavora all’estero, le tematiche sono articolate, non riguardano solo la retribuzione ma problematiche lavorative, familiari e questioni normative.
Mi ha molto aiutata anche il mio secondo marito, che ha saputo capire le situazioni che avevo vissuto e sostenermi anche nel mio lavoro all’estero. Mi è stato vicino persino quando a cinquant’anni mi sono riscritta all’università e passavo le serate e i fine settimana a studiare!
Adesso lavoro part time, il week end mi reco in Umbria dove abbiamo una casetta. Non sto con le mani in mano, mi impegno per il teatro.
C’è anche un altro aspetto della mia vita che vorrei citare. Sin da piccola in casa cercavo di leggere libri sulle filosofie orientali. Mio nonno materno aveva molto viaggiato per il mondo per lavoro, recandosi anche in estremo oriente… i libri sull’argomento poi li aveva anche la mia mamma, per cui yoga e zen erano parole che sentivo e che leggevo. Appena ho potuto, ho iniziato a praticare meditazione vipassana e più tardi yoga. Ecco, sono stati due pilastri interiori fondamentali della mia esistenza!
Quando chiedo a Mira se ha nostalgia di quando viveva tra bagagli e case diverse, mi risponde:
Di viaggi sono stanca, sento il bisogno di mettere a riposo il mio zaino, ma comunque vivo tra due posti, dopo anni di aerei e lontananza ho bisogno di luoghi vicini, tra Roma e Amelia.
Almeno una volta al mese però corro a trovare una delle mie adorate nipotine che vive a Torino, e l’altra me la godo quando sono a Roma. Quindi, più che uno zaino ora per muovermi utiizzo uno zainetto…
R.