Monica e Rosa, Roma
Sul web leggo:
“Nonna, come si affronta il dolore?”
“Con le mani, tesoro. Se lo fai con la mente il dolore invece di ammorbidirsi, s’indurisce ancora di più.”
“Con le mani nonna?”
“Si. Le nostre mani sono le antenne della nostra anima. Se le fai muovere cucendo, cucinando, dipingendo, suonando o sprofondandole nella terra invii segnali di cura alla parte più profonda di te. E la tua anima si rasserena perché le stai dando attenzione. Così non ha più bisogno di inviarti dolore per farsi notare.”
“Davvero le mani sono così importanti?”
“Si, bambina mia. Pensa ai neonati: loro iniziano a conoscere il mondo grazie al tocco delle loro manine. Se guardi le mani dei vecchi ti parlano della loro vita più di qualsiasi altra parte del corpo. Tutto ciò che è fatto a mano si dice che è fatto con il cuore. Perché è davvero così: mani e cuore sono connessi. I massaggiatori lo sanno bene: quando toccano il corpo di un’altra persona con le loro mani creano una connessione profonda. E’ proprio da questa connessione che arriva la guarigione. Pensa agli innamorati: quando le loro mani si sfiorano fanno l’amore nel modo più sublime.”
“Le mie mani nonna… da quanto tempo non le uso così!”
“Muovile tesoro mio, inizia a creare con loro e tutto dentro di te si muoverà. Il dolore non passerà. M si trasformerà nel più bel capolavoro. E non farà più male. Perché sarai riuscita a ricamarne l’essenza.”
Elena Bernabè
Rifletto su come il muovere le mani possa distrarci dai mali dell’anima. Ricordo quando, costretta a letto per un problema di salute- mi avevano prescritto riposo assoluto- affidai alla musica il tempo sospeso del non far nulla e alle mani un semplice lavoro di uncinetto: fu davvero terapeutico per il corpo e per lo spirito: un punto dopo l’altro ritrovai uno scopo nel mio stare immobile, era un semplice basco, un cappellino che rappresentò uno scopo, un fine.
Da tempi immemorabili le donne si incontrano per chiacchierare e creare allo stesso tempo: è il caso di Rosa e Monica, due donne che, pur impegnate su vari fronti professionali e familiari, hanno trovato nel lavoro ad uncinetto non solo la distrazione dai problemi quotidiani ma un progetto condiviso. Incontro Rosa e Monica, apprezzo le loro creazioni originali ed ingegnose fatte con le mani e con il cuore e le invito a parlare del loro hobby che si sta trasformando in qualcosa di più.
Rosa si laurea in lingue letterature, il giorno stesso della laurea entra in quello che sarà il suo posto di lavoro per dieci anni, girando per vari uffici tra i quali l’ufficio stampa. Era un lavoro molto impegnativo in termini di orario, specialmente per lei con una famiglia con tre figli da gestire. Perciò, alla nascita della terza figlia, ha lasciato il suo lavoro e aperto un’agenzia immobiliare, era davvero brava a vendere e ha lavorato fino a quando i figli non si sono iscritti alle scuole medie.
Monica si laurea e lavora come psicoanalista cercando di coordinare lavoro e famiglia, portando avanti la professione con passione e amore.
Ed è proprio quando i figli frequentavano la prima media, che le due donne si sono incontrate piaciute, cominciando un’amicizia lunga e fruttuosa per entrambe.
Rosa :
Ad un certo punto è nato l’interesse per condividere del tempo insieme, il lavoro manuale è diverso dal lavoro mentale e psicologico, offre un altro tipo di soddisfazione, ci si concentra su quello che si sta facendo, ti permette di viaggiare con la mente, si abbinano colori e materiali diversi.
Monica:
L’accordo è stato proprio sull’uncinetto, io sapevo solo che è una tecnica molto antica, le prime tracce di lavorazione a uncinetto risalgono all’antico Egitto. Nel corso dei secoli, questa tecnica si è diffusa in tutto il mondo e si è evoluta in diverse varianti, ciascuna con le proprie caratteristiche e stili distintivi, per me è stato un vero colpo di fulmine.
Rosa è la più brava tra le due e si è proposta come “giuda”.
Rosa: Qualche tempo fa insieme ad un’amica svizzera ho scritto un libro per bambini, non è una storia facile, parla del covid e di come i bambini possano digerire l’uso della mascherina .
Non è una condivisione paragonabile a quella che vivo quando lavoro con Monica, scrivere un libro ti costringe a stare ferma , lavorare con le mani ci fa viaggiare.
Quando mi siedo a lavorare nel mio posto preferito rimango lì anche per 4 ore, concentrata sull’uncinetto rivedo momenti della mia vita passata, è come tessere un’autobiografia con le mani
Monica:
Ci incontriamo a casa dell’una o dell’altra oppure ci assegnamo dei lavori, abbiamo una bella collezione di borse, portacellulari, cuffiette per iPods. Mentre lavoriamo chiacchieriamo, ci raccontiamo le nostre giornate, un po’ come facevano le donne del sud davanti alle porte delle loro case, sul far della sera.
Alla nostra vita l’uncinetto ha aggiunto relax, sganciando la testa dalla quotidianità.
Rosa:
Il nostro intento futuro sarà viaggiare per scoprire nuovi tessuti e nuovi colori, non vogliamo fermarci, per ora ci riuniamo con scadenza bisettimanale. Se dovessimo riempire uno zaino porteremmo tante cose da regalare durante il cammino, un uncinetto per lavorare durante le pause, come faccio quando viaggio in metro: tiro fuori l’uncinetto e mi metto a lavorare.
Il mio zaino metaforico sarebbe riempito di rapporti con gente normale, senza troppe sovrastrutture, gente semplice che non ha bisogno di pensare prima di darsi all’altro.
Monica:
Io in viaggio porterei i ricordi piacevoli della mia vita, l’infanzia, l’università, l’essere diventata madre.
Il nostro viaggio di oggi è nella sua progettualità, siamo in cammino e vedremo quello che il viaggio ci può offrire, come con l’uncinetto, quando si comincia con il progetto di una sciarpa che poi diventa una coperta.
Utilizziamo lana, cotone, poliestere peloso, confezioniamo delle borse di stoffa e siamo concordi sul materiale, ci fermiamo su un particolare: un disegno, un manico originale, ciò che ci diverte è scoprire, inventare.
Rosa:
Ci emozioniamo quando pensiamo a come mischiare fettucce e ciniglia, ci rilassamento per imparare a raggiungere uno scopo, ognuno arriva dove può, è bello tornare alle origini in questo mondo virtuale, vedere un prodotto finito è una soddisfazione.
L’uncinetto per Rosa e Monica non è solo un piccolo gancio di metallo per intrecciare i fili e creare tessuti, è un vero processo di creazione.