Maria Grazia, Roma, Vasanello (VT)
Maria Grazia fin da ragazza ha sempre ballato, le piaceva muoversi al ritmo di qualsiasi musica, ma la sua predilezione era per il ballo caraibico e le sale preferite erano quelle dove si privilegiano ritmi latini: la Tropical, sala allestita a piazza Rosati, il Marron Glacé, l’Arcadia, il Palacavicchi a Ciampino…
A 30 anni, proprio in una discoteca, tra una salsa e un merengue ha conosciuto Fabio, un sapiente ballerino divenuto, dopo tre anni di balli e frequentazioni, suo marito.
Maria Grazia di mattina lavorava come broker assicurativo, la sera dimenticava sinistri e polizze per volteggiare con il suo partner provando passi a due sempre più complessi.
Ha prestato poi servizio per quindici anni presso la multinazionale Berlitz con un ruolo amministrativo: amava il suo lavoro stimolante, a contatto con persone di tutto il mondo con clienti di tutte le tipologie, dalla mamma che accompagnava il figlio alle lezioni d’inglese, al vip che doveva partire per un importante convegno, all’attore ingaggiato per un film dove era indispensabile l’uso della lingua.
Quando, in seguito alla pandemia è stata messa in cassa integrazione, ha avuto subito il sentore che la situazione non si sarebbe risolta in poco tempo, che non c’era più futuro in quel settore e in quattro e quattr’otto, invece di piangere e disperarsi, ha deciso di dedicarsi ad un’altra delle sue passioni: quella per gli animali. Frequentava in quel periodo un centro cinofilo, l’ENCI (Ente Nazionale Cinofila Italiana) per prendersi cura e addestrare al meglio i suoi cani, uno preso in un canile, l’altro trovato per strada.
Ha voluto fare le cose sul serio e, pensando alla nuova attività che voleva intraprendere, si è impegnata per otto mesi in un corso ed ha conseguito il brevetto per addestratore di cani.
Il marito ha realizzato che a Roma il mercato che ruota intorno alle pensioni per cani era saturo, e le ha proposto di trasferirsi in campagna:
Ci siamo trasferiti nel paese di mia madre a Vasanello, in provincia di Viterbo. In questo luogo mi sento a casa, qui ho ancora tanti ricordi di quando ero bambina, non sono così lontana da dove vivevo prima e siamo riusciti a trovare una casa con circa un ettaro di terreno. Senza titubare troppo,abbiamo fatto il grande passo e ci siamo trasferiti in campagna nel dicembre del 2021. Abbiamo iniziato i lavori di recinzione ‘ad hoc’, l’ammodernamento della casa che era un po’ vecchiotta, i box per i cani. Mentre stavamo terminando di sistemare la nostra abitazione e quello che sarebbe diventato il nostro luogo di lavoro, è cominciato il passaparola: prima della chiusura della ristrutturazione sono arrivate le prenotazioni. La pensione Canis Vere ha aperto i battenti ai primi ospiti a quattro zampe. Il mio sogno si è avverato.
Maria grazia ama dire: ‘ sto sul pezzo ventiquattro ore al giorno sette giorni su sette’, ma non sente la fatica, non le mancano la città, gli aperitivi serali, le piace la vita che ha scelto, anche se la mattina deve alzarsi all’alba.
Considera Il lavoro che svolge di nicchia, la sua pensione è curata nei minimi dettagli, non ha recinti in batteria ma box puliti dove gli animali non si sentono in gabbia, ci sono 4 box interni e una grandissima taverna dove ospita i cani più tranquilli, qualche cane più socievole sta addirittura in casa. Si è già creata una fedele clientela: chi va da lei cerca una pensione di tipo casalingo, dove non sente il peso di abbandonare il proprio animale ma lo affida a persone di famiglia, a lei e a Caterina, una ragazza entusiasta di 22 anni, anche lei con brevetto da addestratore, che collabora nella sua struttura. Suo marito, pur amando gli animali, non capisce molto di addestramento ma è un grande tuttofare, quando non sta a Roma fa volentieri da PR e da giardiniere:
Da quando siamo arrivati a Vasanello viviamo una nuova dimensione. La prima mattina in cui siamo stati svegliati nella nuova casa da un coro di uccelli, ci siamo scoperti pian piano ornitologi, abbiamo imparato a riconoscere varie specie di volatili, avvicinandoci sempre di più alla natura. Nel nostro terreno ci sono degli ulivi, proprio in questo periodo stiamo facendo una raccolta di olive, presto avremo il nostro olio biologico. Nel futuro forse dovremo rinunciare a parte della vegetazione per ampliare la parte della cinofilia, e costruire altre casette per i cani, ma per ora ci godiamo la vista di questi magnifici alberi.
Chi ci affida i suoi animali sa che saranno trattati nel modo migliore, noi li amiamo e li trattiamo a livello etologico con un grande rispetto. Non forniamo solo cibo e assistenza ma li addestriamo. Cerchiamo di farli tornare a casa con tanti dei piccoli e grandi problemi risolti per quanto riguarda la gestione casalinga da parte dei loro padroni. Insegniamo come trattarli, come intraprendere un percorso più adatto ai loro amici. Il nostro cliente viene aiutato a costruire un binomio corretto per affrontare tutte le difficoltà che comporta seguire un cane in modo ottimale. Non pretendiamo che i cani comprendano il nostro linguaggio, dobbiamo adattarlo pian piano alla vita umana, addestrarlo. Quasi tutti tendono a umanizzare troppo il rapporto con l’animale. In giro c’è un’informazione scorretta fornita dai social che spesso fuorviano l’esatta relazione con l’animale, presentando improbabili scenette dove l’animale è camuffato da essere umano.
Ciò che c’è dietro al rapporto con un cane è molto più semplice di quanto si pensi.
A volte ci dicono: -Sai, il mio cane mi fa i dispetti!- Noi ribadiamo che il dispetto non esiste, i libri mangiati, le pantofole distrutte sono solo la manifestazione di uno stress che l’animale non riesce a gestire, perciò va abbassato tale livello. Quando spieghiamo loro tutto ciò, si apre un mondo, suggeriamo piccoli accorgimenti. Io ho tre cani miei, li tratto in modo etogicamente corretto, certo, due di essi dormono sul mio letto, un altro nella cuccia, ma ho dato loro regole certe, sanno che sono io ad imporle, devono seguirle e lo fanno in modo naturale.
Maria Grazia utilizza per l’addestramento i condizionamenti, il rinforzo positivo e quello negativo, un po’ come si fa per educare i bambini. Io sono perplessa e le chiedo in cosa consistano:
Occorre sapere come ragiona il cane. Lui sa che il suo comportamento nei confronti del mondo può portare ad un vantaggio o ad uno svantaggio: se porta un vantaggio ripeterà l’azione, se porta uno svantaggio la eliminerà. Se gratta la porta insistentemente e il proprietario accorre ad aprirla per non sentirlo, al cane passerà l’informazione che quel gesto gli porta un vantaggio, e lo ripeterà. Quando è venuto qui un cane che dopo essere stato portato a passeggio ricominciava subito a battere insistentemente perché gli aprissimo la porta, io non l’ho mai accontentato e dopo varie insistenze il cane ha interrotto la sua azione. Se passa l’informazione che dopo la sua richiesta io accorro, raggiunge il suo scopo, perciò ripete il gesto. Alcuni comportamenti vanno ignorati, altri invece puniti. Le punizioni possono essere positive o negative. Quella negativa è togliere qualcosa che dà piacere, la punizione positiva è far passare un messaggio con una punizione. Lo scappellotto non sempre funziona, dipende se è destinato a un molossoide o a un cane di piccola taglia, a volte basta un semplice urlo.
Ripeto tra me e me : -Positivo-aggiungo qualcosa, negativo sottraggo. Rinforzo positivo: il cane si siede e gli dò un premio che consiste in un bocconcino, una carezza, un, bravo! Maria Grazia fa cenno che ho capito e continua:
Se si vuole che un comportamento si estingua devo togliere, se il cane mi porta la pallina quando io non voglio, tolgo la pallina. Se il cane sta addentando il gatto e io gli dò uno scappellotto, questa è una punizione positiva, se dà fastidio in una parte del giardino e gli impedisco di andare lì, tolgo, perciò è una punizione negativa. La questione è complicata ma, una volta assorbito, il meccanismo diviene matematico. Si agisce con automatismi, come quando si apprende a condurre un’automobile, e si acquisiscono i giusti comportamenti in poco tempo.
A volte vengono da me persone disperate che affermano che il loro cane in famiglia crede di essere il capo branco. Io li rassicuro ricordando loro che il capo è colui che riesce a trovare il cibo, a trovare il posto dove dormire, acqua, caccia e a tenere al sicuro i cuccioli, non viene designato con auto proclamazione ma dagli altri componenti del branco che in genere scelgono chi non mette a repentaglio il gruppo. Il loro cane perciò non si ritiene affatto a capo della famiglia in cui vive ma è solo viziato e va corretto.
-Ah il mio cane è dominante! -dicono altri- io rispondo che il cane sveglio sa come devono andare le cose, se è attaccato reagisce ma non innesca conflitti importanti, se si comporta male non è perchè è un cane alfa, è solo perché è gestito in modo scorretto.
Vedo spesso i cani a spasso che tirano i loro accompagnatori in una direzione, molti si fanno trascinare. Io ricordo ai padroni che sono loro la figura di riferimento, se per il cane è appagante uscire al loro seguito, devono scegliere loro dove andare senza assecondarlo se non vogliono diventarne schiavi.
Il rapporto va consolidato ogni giorno, come nelle relazioni umane. Nella mia pensione, oltre a fornire un appoggio di tipo materiale ai padroni che hanno necessità di lasciare per un periodo propri amici, offro dei ‘tools’ per costruire una relazione sana con il proprio animale.
Una volta è arrivato un cliente con un cane minuscolo che aggrediva tutti, meno il proprio padrone, entrambi si amavano alla follia. Dopo tante lezioni il cane ha interiorizzato poche essenziali regole che hanno permesso la sua gestione. Appena arrivato, il primo comportamento aggressivo è stato contro di me, mi si è avventato come un pirata quando dovevo controllare il collarino, avevo in mano una ciotola di acciaio e, quando gliel’ho sbattuta sul muso ha capito che il suo comportamento era sconveniente.
Nella ‘Canis Vere’ si insegna a non dare il cibo mentre si è a tavola anche se il cane lo elemosina, a metterlo nel trasportino che non è una prigione ma un ‘off ‘dal mondo che, se ben strutturato, diventa una comoda cuccia e un riparo dal mondo. Il cane non deve dormire con il padrone se non quando gli viene permesso, deve sapere che non è lui a decidere. Si addestra inoltre il cane a camminare con il padrone seguendo il suo passo, a stare al guinzaglio, a mettersi seduto e, soprattutto, a rispondere al richiamo che è una cosa fondamentale:
Per il richiamo faccio ricorso alle crisi di ansia. Detto così sembra crudele ma è necessario se non si vuole perdere il proprio amico a quattro zampe. Dopo un richiamo inascoltato, faccio nascondere il proprietario. Il cane, quando si accorge di aver perso il suo padrone, entra nel panico e corre a cercarlo usando l’olfatto che ormai è disabituato ad usare. Dopo avere capito che deve rispondere al richiamo se non vuole perdersi, il cane comincia a ascoltare e capisce che è molto conveniente per lui rispondere in prima battuta. Le prime volte lo si premia con un bocconcino, poi con il gioco o con un rinforzo sociale.
Qualcuno a volte molla perché pensa che per addestrare un cane bastino solo un consiglio o due, in genere ci vuole tempo. Quando mi propongono di tenere un cane io faccio sempre l’inserimento, un po’ come si fa con i bambini dell’asilo. Cerco di capire, a seconda della taglia e del carattere, se è gestibile o meno e programmo il suo ingresso nella mia comunità.
Spesso arrivano animali con grossi problemi. Una volta mi hanno portato un cagnolino che era stato comprato a meno di quaranta giorni di vita da un allevamento: la legge prescrive invece che il cane vada venduto non prima dei sessanta giorni, questo perché c’è tutto un bagaglio di informazioni che possono essere passate solo dalla madre. Il cane mordeva tutti e tale comportamento veniva rinforzato con comportamenti negativi. Quando mordeva veniva preso in braccio e si sentiva sempre più al sicuro in alto. Le famose scene di film dove gli animali stanno su un cocuzzolo per impartire ordini e ammonizioni insegnano che chi è più in alto domina meglio e il cagnolino, tra le braccia del suo padrone, oltre che sentirsi al sicuro rinforzava la sua sensazione di potere. Avrebbe avuto bisogno di un lungo addestramento ma il suo padrone non l’ha fatto, ha continuato a prenderlo in braccio per impedire di mordere.
Non sempre riesco a gestire tutti gli animali, talvolta mi arrendo. Una volta mi è stato affidato un cane che ha aggredito prima la mia collega poi me, in due non siamo riuscite ad arginarlo, solo ad attirarlo con il cibo per portarlo in un recinto esterno. Mi sono dovuta arrendere e ho chiamato la famiglia.
Maria Grazia ritiene che tutti quelli che decidono di condividere la loro vita con un animale dovrebbero addestrarlo, non solo per renderlo obbediente, ma per insegnare a fare delle cose. I cani, sostiene, esistono perché li abbiamo selezionati per essere nostri aiutanti nel lavoro. Sono stati addomesticati per una funzione, i cani da caccia gregari per la caccia, quelli da difesa per difendere un territorio, cani da compagnia quelli con alta docilità. Anche il meticcio va educato all’obbedienza e a svolgere qualche compito. Se un cane lavora ha la testa a posto, se lo si impegna in una disciplina adatta alle sue caratteristiche sarà sereno e tranquillo.
A volte si leggono articoli sui pitbull che mordono i bambini, essi sono solo la punta dell’iceberg, molti casi che riguardano cani medi o di piccola taglia non sono resi noti perché non fanno notizia, dato che non provocano danni irreparabili. Lei raccomanda sempre che il cane non deve rimanere da solo con un bambino, mai.
Sono la zia simpatica che accudisce, quando passano dalla mia proprietà i miei vecchi ospiti tirano perché vorrebbero tornare a trovarmi, mi gratifica sapere che mi ricordano.
A volte mi è necessario un filtro emotivo, amo gli animali che accudisco ma cerco di non coinvolgermi mai troppo, di avere il giusto atteggiamento di distacco, sono come un maestro di scuola che sa che il legame con i propri alunni è forte ma non indissolubile. So che i cani sono da me in prestito ma che poi devono andare via.
Sono soddisfatta della mia vita, nel mio futuro mi immagino, vecchietta, infilare gli stivali di gomma e uscire, quando il sole deve ancora sorgere, per controllare gli animali.
Maria Grazia condivide la dimensione di serenità con il marito che è musicista e ama il fatto che in campagna, a qualsiasi ora del giorno o della notte può suonare al pianoforte Nel suo zaino, ha sempre un’ agenda per gli appuntamenti e gli appunti sui cani che le vengono affidati, acqua ossigenata per disinfettarsi dopo un occasionale morso, la siringa con il bentelan per eventuali reazioni allergiche, kleenex, crema per le mani rovinate dal freddo.
Ho una vita pienissima: oltre alla pensione e all’addestramento prendo ancora lezioni per perfezionarmi nel mestiere che ho scelto. La sera a volte Fabio ed io usciamo a sentire le civette che cantano. Lui condivide la dimensione di serenità, è un musicista e ama il fatto che in campagna, a qualsiasi ora del giorno o della notte può suonare al pianoforte . Ci siamo conosciuti ballando, la musica ci accompagna, a volte ci mancano le sale da ballo ma continuiamo a danzare a casa al nostro ritmo che ora è essenzialmente legato alla natura. A chi mi chiede:- Balli ancora?- Io rispondo fiera: -Certo, ballo con i cani- e sono felice così.
Balla coi cani
Maria Grazia, Roma, Vasanello (VT)
Maria Grazia fin da ragazza ha sempre ballato, le piaceva muoversi al ritmo di qualsiasi musica, ma la sua predilezione era per il ballo caraibico e le sale preferite erano quelle dove si privilegiano ritmi latini: la Tropical, sala allestita a piazza Rosati, il Marron Glacé, l’Arcadia, il Palacavicchi a Ciampino…
A 30 anni, proprio in una discoteca, tra una salsa e un merengue ha conosciuto Fabio, un sapiente ballerino divenuto, dopo tre anni di balli e frequentazioni, suo marito.
Maria Grazia di mattina lavorava come broker assicurativo, la sera dimenticava sinistri e polizze per volteggiare con il suo partner provando passi a due sempre più complessi.
Ha prestato poi servizio per quindici anni presso la multinazionale Berlitz con un ruolo amministrativo: amava il suo lavoro stimolante, a contatto con persone di tutto il mondo con clienti di tutte le tipologie, dalla mamma che accompagnava il figlio alle lezioni d’inglese, al vip che doveva partire per un importante convegno, all’attore ingaggiato per un film dove era indispensabile l’uso della lingua.
Quando, in seguito alla pandemia è stata messa in cassa integrazione, ha avuto subito il sentore che la situazione non si sarebbe risolta in poco tempo, che non c’era più futuro in quel settore e in quattro e quattr’otto, invece di piangere e disperarsi, ha deciso di dedicarsi ad un’altra delle sue passioni: quella per gli animali. Frequentava in quel periodo un centro cinofilo, l’ENCI (Ente Nazionale Cinofila Italiana) per prendersi cura e addestrare al meglio i suoi cani, uno preso in un canile, l’altro trovato per strada.
Ha voluto fare le cose sul serio e, pensando alla nuova attività che voleva intraprendere, si è impegnata per otto mesi in un corso ed ha conseguito il brevetto per addestratore di cani.
Il marito ha realizzato che a Roma il mercato che ruota intorno alle pensioni per cani era saturo, e le ha proposto di trasferirsi in campagna:
Ci siamo trasferiti nel paese di mia madre a Vasanello, in provincia di Viterbo. In questo luogo mi sento a casa, qui ho ancora tanti ricordi di quando ero bambina, non sono così lontana da dove vivevo prima e siamo riusciti a trovare una casa con circa un ettaro di terreno. Senza titubare troppo,abbiamo fatto il grande passo e ci siamo trasferiti in campagna nel dicembre del 2021. Abbiamo iniziato i lavori di recinzione ‘ad hoc’, l’ammodernamento della casa che era un po’ vecchiotta, i box per i cani. Mentre stavamo terminando di sistemare la nostra abitazione e quello che sarebbe diventato il nostro luogo di lavoro, è cominciato il passaparola: prima della chiusura della ristrutturazione sono arrivate le prenotazioni. La pensione Canis Vere ha aperto i battenti ai primi ospiti a quattro zampe. Il mio sogno si è avverato.
Maria grazia ama dire: ‘ sto sul pezzo ventiquattro ore al giorno sette giorni su sette’, ma non sente la fatica, non le mancano la città, gli aperitivi serali, le piace la vita che ha scelto, anche se la mattina deve alzarsi all’alba.
Considera Il lavoro che svolge di nicchia, la sua pensione è curata nei minimi dettagli, non ha recinti in batteria ma box puliti dove gli animali non si sentono in gabbia, ci sono 4 box interni e una grandissima taverna dove ospita i cani più tranquilli, qualche cane più socievole sta addirittura in casa. Si è già creata una fedele clientela: chi va da lei cerca una pensione di tipo casalingo, dove non sente il peso di abbandonare il proprio animale ma lo affida a persone di famiglia, a lei e a Caterina, una ragazza entusiasta di 22 anni, anche lei con brevetto da addestratore, che collabora nella sua struttura. Suo marito, pur amando gli animali, non capisce molto di addestramento ma è un grande tuttofare, quando non sta a Roma fa volentieri da PR e da giardiniere:
Da quando siamo arrivati a Vasanello viviamo una nuova dimensione. La prima mattina in cui siamo stati svegliati nella nuova casa da un coro di uccelli, ci siamo scoperti pian piano ornitologi, abbiamo imparato a riconoscere varie specie di volatili, avvicinandoci sempre di più alla natura. Nel nostro terreno ci sono degli ulivi, proprio in questo periodo stiamo facendo una raccolta di olive, presto avremo il nostro olio biologico. Nel futuro forse dovremo rinunciare a parte della vegetazione per ampliare la parte della cinofilia, e costruire altre casette per i cani, ma per ora ci godiamo la vista di questi magnifici alberi.
Chi ci affida i suoi animali sa che saranno trattati nel modo migliore, noi li amiamo e li trattiamo a livello etologico con un grande rispetto. Non forniamo solo cibo e assistenza ma li addestriamo. Cerchiamo di farli tornare a casa con tanti dei piccoli e grandi problemi risolti per quanto riguarda la gestione casalinga da parte dei loro padroni. Insegniamo come trattarli, come intraprendere un percorso più adatto ai loro amici. Il nostro cliente viene aiutato a costruire un binomio corretto per affrontare tutte le difficoltà che comporta seguire un cane in modo ottimale. Non pretendiamo che i cani comprendano il nostro linguaggio, dobbiamo adattarlo pian piano alla vita umana, addestrarlo. Quasi tutti tendono a umanizzare troppo il rapporto con l’animale. In giro c’è un’informazione scorretta fornita dai social che spesso fuorviano l’esatta relazione con l’animale, presentando improbabili scenette dove l’animale è camuffato da essere umano.
Ciò che c’è dietro al rapporto con un cane è molto più semplice di quanto si pensi.
A volte ci dicono: -Sai, il mio cane mi fa i dispetti!- Noi ribadiamo che il dispetto non esiste, i libri mangiati, le pantofole distrutte sono solo la manifestazione di uno stress che l’animale non riesce a gestire, perciò va abbassato tale livello. Quando spieghiamo loro tutto ciò, si apre un mondo, suggeriamo piccoli accorgimenti. Io ho tre cani miei, li tratto in modo etogicamente corretto, certo, due di essi dormono sul mio letto, un altro nella cuccia, ma ho dato loro regole certe, sanno che sono io ad imporle, devono seguirle e lo fanno in modo naturale.
Maria Grazia utilizza per l’addestramento i condizionamenti, il rinforzo positivo e quello negativo, un po’ come si fa per educare i bambini. Io sono perplessa e le chiedo in cosa consistano:
Occorre sapere come ragiona il cane. Lui sa che il suo comportamento nei confronti del mondo può portare ad un vantaggio o ad uno svantaggio: se porta un vantaggio ripeterà l’azione, se porta uno svantaggio la eliminerà. Se gratta la porta insistentemente e il proprietario accorre ad aprirla per non sentirlo, al cane passerà l’informazione che quel gesto gli porta un vantaggio, e lo ripeterà. Quando è venuto qui un cane che dopo essere stato portato a passeggio ricominciava subito a battere insistentemente perché gli aprissimo la porta, io non l’ho mai accontentato e dopo varie insistenze il cane ha interrotto la sua azione. Se passa l’informazione che dopo la sua richiesta io accorro, raggiunge il suo scopo, perciò ripete il gesto. Alcuni comportamenti vanno ignorati, altri invece puniti. Le punizioni possono essere positive o negative. Quella negativa è togliere qualcosa che dà piacere, la punizione positiva è far passare un messaggio con una punizione. Lo scappellotto non sempre funziona, dipende se è destinato a un molossoide o a un cane di piccola taglia, a volte basta un semplice urlo.
Ripeto tra me e me : -Positivo-aggiungo qualcosa, negativo sottraggo. Rinforzo positivo: il cane si siede e gli dò un premio che consiste in un bocconcino, una carezza, un, bravo! Maria Grazia fa cenno che ho capito e continua:
Se si vuole che un comportamento si estingua devo togliere, se il cane mi porta la pallina quando io non voglio, tolgo la pallina. Se il cane sta addentando il gatto e io gli dò uno scappellotto, questa è una punizione positiva, se dà fastidio in una parte del giardino e gli impedisco di andare lì, tolgo, perciò è una punizione negativa. La questione è complicata ma, una volta assorbito, il meccanismo diviene matematico. Si agisce con automatismi, come quando si apprende a condurre un’automobile, e si acquisiscono i giusti comportamenti in poco tempo.
A volte vengono da me persone disperate che affermano che il loro cane in famiglia crede di essere il capo branco. Io li rassicuro ricordando loro che il capo è colui che riesce a trovare il cibo, a trovare il posto dove dormire, acqua, caccia e a tenere al sicuro i cuccioli, non viene designato con auto proclamazione ma dagli altri componenti del branco che in genere scelgono chi non mette a repentaglio il gruppo. Il loro cane perciò non si ritiene affatto a capo della famiglia in cui vive ma è solo viziato e va corretto.
-Ah il mio cane è dominante! -dicono altri- io rispondo che il cane sveglio sa come devono andare le cose, se è attaccato reagisce ma non innesca conflitti importanti, se si comporta male non è perchè è un cane alfa, è solo perché è gestito in modo scorretto.
Vedo spesso i cani a spasso che tirano i loro accompagnatori in una direzione, molti si fanno trascinare. Io ricordo ai padroni che sono loro la figura di riferimento, se per il cane è appagante uscire al loro seguito, devono scegliere loro dove andare senza assecondarlo se non vogliono diventarne schiavi.
Il rapporto va consolidato ogni giorno, come nelle relazioni umane. Nella mia pensione, oltre a fornire un appoggio di tipo materiale ai padroni che hanno necessità di lasciare per un periodo propri amici, offro dei ‘tools’ per costruire una relazione sana con il proprio animale.
Una volta è arrivato un cliente con un cane minuscolo che aggrediva tutti, meno il proprio padrone, entrambi si amavano alla follia. Dopo tante lezioni il cane ha interiorizzato poche essenziali regole che hanno permesso la sua gestione. Appena arrivato, il primo comportamento aggressivo è stato contro di me, mi si è avventato come un pirata quando dovevo controllare il collarino, avevo in mano una ciotola di acciaio e, quando gliel’ho sbattuta sul muso ha capito che il suo comportamento era sconveniente.
Nella ‘Canis Vere’ si insegna a non dare il cibo mentre si è a tavola anche se il cane lo elemosina, a metterlo nel trasportino che non è una prigione ma un ‘off ‘dal mondo che, se ben strutturato, diventa una comoda cuccia e un riparo dal mondo. Il cane non deve dormire con il padrone se non quando gli viene permesso, deve sapere che non è lui a decidere. Si addestra inoltre il cane a camminare con il padrone seguendo il suo passo, a stare al guinzaglio, a mettersi seduto e, soprattutto, a rispondere al richiamo che è una cosa fondamentale:
Per il richiamo faccio ricorso alle crisi di ansia. Detto così sembra crudele ma è necessario se non si vuole perdere il proprio amico a quattro zampe. Dopo un richiamo inascoltato, faccio nascondere il proprietario. Il cane, quando si accorge di aver perso il suo padrone, entra nel panico e corre a cercarlo usando l’olfatto che ormai è disabituato ad usare. Dopo avere capito che deve rispondere al richiamo se non vuole perdersi, il cane comincia a ascoltare e capisce che è molto conveniente per lui rispondere in prima battuta. Le prime volte lo si premia con un bocconcino, poi con il gioco o con un rinforzo sociale.
Qualcuno a volte molla perché pensa che per addestrare un cane bastino solo un consiglio o due, in genere ci vuole tempo. Quando mi propongono di tenere un cane io faccio sempre l’inserimento, un po’ come si fa con i bambini dell’asilo. Cerco di capire, a seconda della taglia e del carattere, se è gestibile o meno e programmo il suo ingresso nella mia comunità.
Spesso arrivano animali con grossi problemi. Una volta mi hanno portato un cagnolino che era stato comprato a meno di quaranta giorni di vita da un allevamento: la legge prescrive invece che il cane vada venduto non prima dei sessanta giorni, questo perché c’è tutto un bagaglio di informazioni che possono essere passate solo dalla madre. Il cane mordeva tutti e tale comportamento veniva rinforzato con comportamenti negativi. Quando mordeva veniva preso in braccio e si sentiva sempre più al sicuro in alto. Le famose scene di film dove gli animali stanno su un cocuzzolo per impartire ordini e ammonizioni insegnano che chi è più in alto domina meglio e il cagnolino, tra le braccia del suo padrone, oltre che sentirsi al sicuro rinforzava la sua sensazione di potere. Avrebbe avuto bisogno di un lungo addestramento ma il suo padrone non l’ha fatto, ha continuato a prenderlo in braccio per impedire di mordere.
Non sempre riesco a gestire tutti gli animali, talvolta mi arrendo. Una volta mi è stato affidato un cane che ha aggredito prima la mia collega poi me, in due non siamo riuscite ad arginarlo, solo ad attirarlo con il cibo per portarlo in un recinto esterno. Mi sono dovuta arrendere e ho chiamato la famiglia.
Maria Grazia ritiene che tutti quelli che decidono di condividere la loro vita con un animale dovrebbero addestrarlo, non solo per renderlo obbediente, ma per insegnare a fare delle cose. I cani, sostiene, esistono perché li abbiamo selezionati per essere nostri aiutanti nel lavoro. Sono stati addomesticati per una funzione, i cani da caccia gregari per la caccia, quelli da difesa per difendere un territorio, cani da compagnia quelli con alta docilità. Anche il meticcio va educato all’obbedienza e a svolgere qualche compito. Se un cane lavora ha la testa a posto, se lo si impegna in una disciplina adatta alle sue caratteristiche sarà sereno e tranquillo.
A volte si leggono articoli sui pitbull che mordono i bambini, essi sono solo la punta dell’iceberg, molti casi che riguardano cani medi o di piccola taglia non sono resi noti perché non fanno notizia, dato che non provocano danni irreparabili. Lei raccomanda sempre che il cane non deve rimanere da solo con un bambino, mai.
Sono la zia simpatica che accudisce, quando passano dalla mia proprietà i miei vecchi ospiti tirano perché vorrebbero tornare a trovarmi, mi gratifica sapere che mi ricordano.
A volte mi è necessario un filtro emotivo, amo gli animali che accudisco ma cerco di non coinvolgermi mai troppo, di avere il giusto atteggiamento di distacco, sono come un maestro di scuola che sa che il legame con i propri alunni è forte ma non indissolubile. So che i cani sono da me in prestito ma che poi devono andare via.
Sono soddisfatta della mia vita, nel mio futuro mi immagino, vecchietta, infilare gli stivali di gomma e uscire, quando il sole deve ancora sorgere, per controllare gli animali.
Maria Grazia condivide la dimensione di serenità con il marito che è musicista e ama il fatto che in campagna, a qualsiasi ora del giorno o della notte può suonare al pianoforte Nel suo zaino, ha sempre un’ agenda per gli appuntamenti e gli appunti sui cani che le vengono affidati, acqua ossigenata per disinfettarsi dopo un occasionale morso, la siringa con il bentelan per eventuali reazioni allergiche, kleenex, crema per le mani rovinate dal freddo.
Ho una vita pienissima: oltre alla pensione e all’addestramento prendo ancora lezioni per perfezionarmi nel mestiere che ho scelto. La sera a volte Fabio ed io usciamo a sentire le civette che cantano. Lui condivide la dimensione di serenità, è un musicista e ama il fatto che in campagna, a qualsiasi ora del giorno o della notte può suonare al pianoforte . Ci siamo conosciuti ballando, la musica ci accompagna, a volte ci mancano le sale da ballo ma continuiamo a danzare a casa al nostro ritmo che ora è essenzialmente legato alla natura. A chi mi chiede:- Balli ancora?- Io rispondo fiera: -Certo, ballo con i cani- e sono felice così.