Qualche tempo fa ho letto “Gli anni”, di Annie Ernaux, sorprendendomi della particolarità della narrazione dove le vicende di una vita si intrecciavano con quelle della storia di una nazione. Mi sono appassionata alle vicende della Francia attraverso la straordinaria capacità della Ernaux di fondere la propria memoria con quella del mondo, attraversando i temi più disparati: la famiglia, la guerra, la politica, la società, gli usi e i costumi, la tecnologia e tutto ciò che condiziona il percorso di una vita.
Ho ritrovato uno stile analogo nel libro: “Una vita francese” di Jean-Paul Dubois, tradotto da Annalisa Crea, edito da Ponte alle Grazie. È un romanzo pazzesco per trama e linguaggio, arrivato a me grazie alla squisita recensione di Giovanna Profumo, lettrice appassionata che sulla sua pagina Facebook dispensa utili e originali consigli di lettura quale quello che mi ha spinto a comprare e leggere il volume:
Il titolo del libro, fedele al soggetto, ci racconta la vita di un uomo nato nel 1950 a Tolosa. La parola “vita” contiene il tutto e qui il tutto è davvero narrato, in un alternarsi di momenti drammatici, comici e sentimentali.
Dettagliato nel racconto politico il libro ha una divertente suddivisione in capitoli che segue l’alternarsi dei presidenti della repubblica francese, un arco temporale che inzia con il governo di Charles de Gaulle per terminare con Jacques Chirac ancora in carica. La storia francese ovviamente è intrecciata a quella dei singoli in una narrazione che in Jean-Paul Dubois, pur essendo altrettanto intima, prende aria e respiro grazie ad una voce estremamente ironica ma sempre rispettosa e umanissima. Aggiungo che la traduttrice ha fatto un lavoro straordinario, perché tutte le volte che si chiude il libro grande è il dispiacere di lasciarlo a metà.
Ora la domanda che mi faccio è per quale ragione un romanzo così bello sia passato per le librerie senza la promozione che avrebbe meritato, quando tanti libri mediocri scalano le classifiche e vengono comprati e letti. C’è qualcosa di sbagliato in tutto questo, ma fa parte della condizione in cui viviamo che riguarda politica, lavoro, diritti umani e società. Così come la letteratura.
Giovanna Profumo
Protagonista del libro è Paul Blick che racconta la sua vita attraversando, in più di quattrocento pagine, cinquant’anni di storia francese, intrecciando la sua memoria personale con quella collettiva. Dubois racconta la Francia del secondo Novecento e della vita reale di un uomo di cinquantaquattro anni, guidando i lettori alla scoperta di mezzo secolo di storia francese.
Il libro parte dalla morte prematura del fratello e poi prosegue nel raccontare la sua vita familiare scandendo i capitoli con l’avvicendarsi al potere dei presidenti della Quinta Repubblica. Parla della morte di suo padre, del suo rapporto con la madre, della moglie Anne, del legame con i suoi figli, della passione per la fotografia che lo porterà ad un inaspettato successo con la pubblicazione di libri dedicati agli alberi del mondo. La sua vita è quella della sua generazione e soprattutto quella di una nazione con tutte le sue contraddizioni, nel disagio esistenziale della sua epoca. È a mio avviso un grande romanzo, che mi resterà addosso a lungo perché parla di una generazione, la mia, che ha creduto nella passione dell’impegno politico e che si trova oggi a vivere nel disincanto, ad assistere alla caduta dei propri ideali.
R.