Mi considero una veterana del programma europeo di scambi nel settore educativo Erasmus: ho cominciato negli anni Novanta quando si articolava già, oltre agli scambi per sudenti universitari, in progetti di partenariato fra scuole chiamati Comenius, job shadowing, teachers placement, Socrates. Aspetti diversi di un programma che ha interessato, ormai da diverse generazioni, milioni di adulti, giovani e giovanissimi, al fine di mettere in relazione i futuri cittadini di un’Europa che si voleva tollerante, inclusiva, aperta, creativa, interculturale, pacifica. In decenni di lavoro su progetti europei ho sperimentato l’importanza di incontrare, comunicare e condividere attività e lavori con altri studenti, insegnanti e operatori nel settore della formazione per stabilire relazioni e attitudini positive e costruttive. Lo continuo a credere anche oggi con una guerra in atto ai confini della comunità europea come l’ho creduto fortemente durante la devastante guerra nella ex Yugoslavia, così vicina a noi.
In questi giorni riceviamo la visita della coordinatrice e del direttore del CEPA Don Juan, nostra scuola partner di un progetto di storytelling digitale sulle città dove vivono i nostri studenti adulti (per la maggior parte stranieri immigrati), e, dopo una lezione all’aperto ai Mercati di Traiano, ci fermiamo a discutere. Parliamo inevitabilmente dell’assurdo e drammatico conflitto attuale e concordiamo su quanto sia ancora più cruciale investire nell’educazione dei popoli e nella possibilità di creare legami, tessere relazioni che in realtà non sono mai solo semplicemente carte da compilare o mobilità da effettuare solo perché previste dal progetto approvato. Mobilità che non sono ‘viaggi’ in senso riduttivo ma diventano a volte cambiamenti di vita (state pensando al film L’appartamento spagnolo?!), amicizie che nascono, contatti magari fugaci ma profondi che lasciano un segno e portano a sentirsi davvero cittadini di un continente che va oltre i confini nazionali.
Ne ho avuto la prova ancora una volta quando, qualche settimana fa, sono partita con alcuni studenti del C.P.I.A. 3 di Roma (Centro Provinciale Istruzione per Adulti) per incontrare i nostri partner greci, spagnoli e norvegesi a Tynset, nel Nord della Norvegia. La Norvegia, pur rifiutando di far parte della Comunità Europea, partecipa da anni a progetti europei, in quell’attitudine tipica di questo Paese che si vuole ecologista ed inclusivo pur tra diverse contraddizioni. Il Centro di educazione degli adulti che ci ha ospitato per le attività è ancorato strutturalmente, nella gestione economica e organizzativa, al Comune della cittadina. In questo senso la Norvegia è un modello di gestione democratica a livello locale dovuto certamente alla particolare congiuntura geostorica del Paese. Nella settimana trascorsa insieme con loro e con i gruppi di studenti e prof degli altri Paesi partner, si è prodotta nuovamente quella magia straordinaria di comprensione e amicizia tra persone di lingue e culture diverse. Abbiamo lavorato in gruppi misti per nazionalità, età, provenienza, in un’armonia che è andata al di là delle aspettative. Sono nate amicizie, incontri imprevisti, intrecci e legami oltre al programma ed agli obiettivi formali stabiliti. Ho già scritto su questo blog, ad esempio, della storia di Susana, infermiera spagnola attualmente in Camerun per un progetto sanitario con una ONG, conosciuta in quanto studentessa di italiano nella scuola spagnola EOI Alcalà di Henares. Maryna, la nostra studentessa ucraina, che fin dal primo giorno, quando ha appreso che nel Comune e nel centro stavano organizzando l’accoglienza di alcune famiglie di rifugiati, ha dato la sua disponibilità ed ha conosciuto una sua compatriota. Estel, uscita a fine pomeriggio per andare a vedere una mostra d’arte e diventata amica con un’artista norvegese. Estel e Mar sono state poi invitate per un programma di residenza estiva di artisti a Tynset. Andrea che con il suo ukulele allietava le fredde serate in campeggio cantando con le ragazze greche. Il coordinatore del progetto del centro, Sergio Arturo Chavez che ci ha invitato a casa sua per conoscere i suoi bimbi e la sua gentile compagna metà norvegese e metà indiana. L’ultima sera infine ci siamo riuniti per salutarci con quella nostalgia che prende quando ci si deve separare dopo un’esperienza davvero significativa; l’allegria però era tutta là nel condividere insieme un’attesissima carbonara cucinata da me e da Paola Iasci, coordinatrice italiana della scuola spagnola EOI. Un’ultima cena in cui ricordiamo insieme le tante occasioni di incontro formale e informale che danno spessore a queste mobilità che non sono appunto solo viaggi ma esperienze di vita.
Lascio la parola a Mar, Estel e Maryna, tre studentesse di italiano partecipanti alla mobilità che, con le loro osservazioni, riflettono benissimo lo spirito di questi viaggi studio.
Mar:
Mi chiamo Mar Munoz. Sono una studentessa del CPIA3 Roma e vorrei raccontarvi la mia esperienza con il progetto My View Your View.
Durante il mese di novembre, appena sbarcata a Roma, ho sentito in classe che nella scuola c’era un progetto Erasmus e che tutti erano invitati a partecipare. Devo dire che all’inizio ero rimasta sorpresa, come fare a partecipare ad un Erasmus se non sono più all’università? Avevo capito bene? ERASMUS+ per adulti? Devo ammettere che non avevo mai sentito parlare di questi progetti prima.
Alla fine, ho fatto parte del gruppo di lavoro italiano che si sarebbe incontrato con i suoi quattro partner europei nella città di Tynset (Norvegia) dal 13 al 19 marzo senza essere pienamente consapevole della meravigliosa esperienza che avrei vissuto. Un gruppo di lavoro che, pur studiando tutti nella stessa scuola, mi era del tutto sconosciuto. Eppure, è bastato già il viaggio di andata e alcune altre battute iniziali per farmi rendere conto che sarebbe stato l’inizio di una relazione che sarebbe durata per sempre.
Una volta a Oslo, abbiamo incontrato gli altri membri: due scuole spagnole, una greca e l’ospite, la Tynset Adult School. Grazie all’organizzazione di quest’ultima istituzione, abbiamo goduto di una splendida settimana di attività come escursioni, attività sportive (pattinaggio, sci di fondo, ciaspolate, ecc.), un corso di montaggio video, un laboratorio d’arte, tradizioni o platuegos, incredibile tipicità ….
Non c’è dubbio che il luogo, il programma e il clima primaverile (neve e freddo in abbondanza comunque!) abbiano contribuito a una settimana fantastica, ma penso che il fulcro dell’esperienza siano state le persone. Lì ho conosciuto persone di paesi diversi, di età diverse, con storie diverse, ma tutte con qualcosa in comune: la voglia di imparare gli uni dagli altri. Credo che questa sia la chiave di questo tipo di progetto. Sono partita con l’idea di imparare e ottenere molte idee sull’editing video, ma il mio apprendimento è andato molto oltre. Non solo ho imparato a modificare i video, ma ho anche appreso altre abilità che erano ugualmente o più importanti: rispetto, lavoro di squadra, organizzazione… E ho imparato molto dalla mia esperienza in uno spazio e in un ambiente così multiculturale.
Se qualcuno mi chiedesse se consiglierei questa esperienza, non solo direi di sì, ma la renderei obbligatoria! Apre molto la mente e, inoltre, facilita la conoscenza di sé, la gestione delle emozioni, la capacità di adattamento in un nuovo ambiente… Insomma, ti aiuta a crescere a livello personale e a rendere i confini meno rigidi. Grazie a tutti voi che avete fatto parte di questo progetto.
Estel:
Quest’anno ho partecipato al programma Erasmus + con la scuola CPIA 3, dove studio italiano. Siamo andate una settimana a Tynset, Norvegia, per realizzare un interscambio culturale, mediante un corso di montaggio video.
Le attività che abbiamo realizzato lì sono state diverse, dal ricevere lezione di video al praticare sport invernali sulla neve. E anche se questo è stato molto divertente e arricchente, la cosa più importante è stata incontrare così tante persone diverse, dalle quali ho imparato tante cose. È stata una buona opportunità per uscire dalla mia zona di comfort e aprirmi agli altri, per poter spiegare le nostre esperienze e per poter ascoltare le loro. È stato bello anche per conoscere diversi punti di vista sullo stesso argomento e imparare da tutto ciò che condividiamo.
In totale eravamo circa 25 persone, provenienti da due scuole spagnole, dalla Grecia e, noi, da Roma. Abbiamo vissuto con tutti loro per una settimana, condividendo il nostro tempo, facendo attività insieme, conoscendoci ogni giorno più a fondo. Questa parte del viaggio è stata particolarmente bella. Porto con me tanti amici e ricordi molto speciali.
A parte le belle connessioni che si sono create tra di noi, ho avuto anche un’ottima esperienza con la gente di Tynset. Martedì ho potuto conoscere Esther e Mario, due artisti locali (lei irlandese e lui americano!) che ci hanno fatto fare un workshop di stampa di borse di tela. Terminata l’attività, ho parlato con loro del progetto che hanno tra le mani e, vedendo l’entusiasmo e la voglia che avevo di conoscere il loro lavoro, mi hanno invitato a tornare a Tynset l’anno prossimo, nella residenza artistica che stanno creando.
Inoltre, ho avuto il piacere di conoscere un’artista digitale, lo stesso lavoro a cui mi dedico io. L’ho incontrata quando sono andata a vedere la mostra d’arte che si trovava nel centro culturale della città. Si chiama Annita, è di Tynset, ha la mia stessa età e ha studiato la mia stessa materia. Ho trovato questo incontro talmente affascinante che le ho detto di vederci l’ultimo giorno, dato che avevo tempo libero nel pomeriggio, e così potevamo andare a bere qualcosa e conoscerci meglio. È stata una bella esperienza. Mi è piaciuto così tanto incontrarla. Abbiamo terminato la serata a casa sua, mangiando una torta con i suoi genitori. Anche loro sono stati fantastici, mi hanno detto che se ritorno a Tynset avrò un posto garantito. Sono ancora in contatto con Annita.
In conclusione, la mia esperienza con l’Erasmus+ è stata fighissima. Mi ha arricchita molto. Mi ha anche ispirata artisticamente parlando. Voglio davvero continuare con i miei progetti, tenermi in contatto con loro e, chissà, forse un giorno tornerò a Tynset per incontrarli di nuovo.
Maryna:
Mi chiamo Maryna e sono onorata di essere stata selezionata all’ Erasmus+ program “My view, your view” che si è svolto in Norvegia, nella penisola scandinava dal 13 al 19 Marzo 2022. Sono stata per la prima volta in questo Paese che mi ha sorpresa davvero. Ho conosciuto tanta gente piacevole; insieme con il gruppo “italiano” c’erano i gruppi dalla Spagna, dalla Grecia e dalla Norvegia coordinati dal professore Sergio Chavez che è messicano in realtà. Nonostante venissimo da diverse parti del mondo noi ci siamo sentiti come a casa. La gente è stata tanto accogliente; sembrava che ci conoscessimo da tanto tempo.
Il primo giorno, 13 marzo, siamo stati tutto il giorno in viaggio e alla fine siamo arivati a Tynset, paesino carino che si trova al nord della Norvegia. Abbiamo alloggiato al Tynset Camping, vicino al fiume. Il secondo giorno ci siamo presentati tutti e abbiamo ascoltato il consulente di regione Bersvend Salbu, che anche è stato il sindaco di Tynset in passato. Il terzo giorno abbiamo sentito il discorso del sindaco attuale, la signora Merete Myhre Moen e abbiamo iniziato il corso di video editing “One minute video”. Dopo tanto studio in classe al quarto giorno, il 16 Marzo, la mattina presto siamo andati a Roros, piccola città, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO dal 1980, dove siamo stati accolti dalla guida turistica di Roros.
Il 17 marzo abbiamo studiato ancora tanto e alla fine della giornata siamo stati invitati alla bellissima cena nel Tynset hotel da parte del gruppo norvegese. Abbiamo ricevuto i nostri certificati ed è stata la prima volta mi è capitato di provare la carne di cervo.
L’ultimo giorno, il 18 marzo, abbiamo fatto snow-racer, cross-country skiing e il barbecue sulla neve. Sono molto orgoliosa perche il mio gruppo ha vinto nei giochi di squadra però non ha ricevuto niente perché in Norvegia si fa al contrario e chi perde, vince. Purtroppo, i giorni sono volati velocemente e siamo dovuti partire già la mattina presto dell’indomani, il 19 marzo.
Durante quei giorni ho conosciuto una brava ragazza, mia compaesana dall’Ucraina, che si chiama Larysa. Lei vive da tanti anni a Tynset in Novergia. È sposata e ha una figlia che lavora a Stoccolma. Ci siamo conosciuti grazie al progetto Erasmus+ perché lei, unica ucraina a Tynset, fa il volontariato per aiutare i refiugiati ucraini dalla guerra ed io mi ero proposta per aiutare anche durante quei giorni; A Tynset infatti aspettavano dei rifugiati proprio quela settimana. Mi ha fatto piacere conoscerla; siamo uscite insieme e poi anche la mia professoressa ha preparato la carbonara e l’ha invitata per la cena. La mia nuova amica Larysa è stata contentissima di conoscere tanta gente da diverse parti del mondo e di stare in nostra compagnia. Ho invitato lei e la sua famiglia a Roma e lei mi ha risposto che sarebbe bello perché è il suo sogno venire a Roma. Sarei molto contenta di far vedere Roma a Larysa quando verrà.
Devo anche aggiungere che gli organizzatori sono stati bravissimi e sempre disponibili. Ho conosciuto anche la pofessoressa norvegese Cristin, responsabile delle attività sportive, che è stata molto carina e ha messo a disposizione nostra tutto il materiale nel deposito del Centro per Adulti. Abbiamo preso l’attrezzatura da sci di fondo, le ciaspole, i pattini etc. Ho provato per la prima volta gli sci di fondo e mi sono piaciuti tantissimo. L’ultimo giorno siamo riusciti anche ad andare con le ciaspole sul sentiero lungo il fiume anche se nevicava tantissimo e c’era un vento fortissimo.
Devo dire che ho fatto l’esperienza più bella della mia vita, che non dimenticherò mai. E devo ringraziare per questo il Centro Provinciale per l`istruzione degli adulti CPIA 3 e personalmente la professoressa Patrizia D’Antonio che è stata sempre attiva e presente e prendeva cura di noi studenti.
P.
Bellissimo post, scritto bene, fedele alla realtà e perfino commovente! Complimenti.
Paola
Interessante esperienza.