C’è un posto a Santiago che mi è particolarmente caro, ubicato in fondo ad un’arteria trafficatissima, viale Apoquindo, nel quartiere di Las Condes.
Lì c’è una chiesa bianca, dichiarata nel 1983 monumento nazionale, che presenta, ai lati dell’ingresso, due caratteristiche torri quadrangolari, sormontate da cupole in rame.
Accanto, dove prima sorgeva il convento, adibito un tempo a noviziato, si trova un centro di antiquariato e artigianato chiamato Pueblito de Los Dominicos , conosciuto anche come Los Graneros del Alba.
Nel 2005 è stato uno dei primi posti che ho visitato a Santiago, lì mi recavo a passeggio la domenica, nell’edificio di fronte al mercato c’è il municipio dove si sono sposati i miei amici Sandro e Tiziana. Con loro ho comprato la mia prima “mostacilla”, una catenina d’argento dai grani tutti disuguali, con attaccato un cerchio d’argento, chiamato “tambor” che da allora non ho più tolto. Oggi sono tornata nel pueblito. Il luogo era semi deserto, molti locali chiusi ma il negozio Mapuche dove avevo comprato il mio talismano 17 anni fa, era ancora lì.
C’erano anche molti gioielli in argento e lapislazzuli, la pietra semipreziosa blu i cui giacimenti abbondano nel nord del Cile.
Passeggiando per il mercato ho ammirato anche coperte e tessuti, ceramiche fatte a mano, artigianato in rame.
Ovviamente, prima di andare via, mi sono fermata a mangiare la tipica “empanada de pino” cilena, ripiena di carne, olive e uova sode e ho bevuto il “Mote con huesillo”, una fresca bevanda con dentro grano e pesche.
La signora Pia, da me interpellata sul significato del mio “tambor”, mi ha mostrato il tamburo a cui l’oggetto d’argento che porto al collo si richiama: è suonato dalle sciamane che così scacciano le malattie.
R.
Bellissimo quel quartiere di Santiago!