Questo è il varco di comunicazione tra il cimitero di Lecce e l’adiacente parco di Belloluogo. Mi sono sorpresa a vederlo aperto, perché di solito è chiuso, ma immediatamente mi è venuto il pensiero che era giusto che fosse aperto perché ben rappresenta un passaggio per niente traumatico tra quello che è la vita, il gioco, le attività ed il riposo eterno.
Chi ha assistito alla morte di qualcuno sa che questo passaggio è questione di un attimo, di un respiro, non si avverte il tempo che si ferma, la pausa che ci vuole per un passaggio così importante, succede in un arco di tempo che è impercettibile e che fa la differenza.
Per passare dal bar, dal prato dove c’è il giocoliere, dai ragazzi che studiano, dai bambini che giocano al cancello del silenzio, è necessario fare soltanto un passo per ritrovarsi in un’altra dimensione.
Ciò mi riporta a riflessioni fatte durante alcuni viaggi.
Mi è capitato di cercare ad Istanbul un locale segnalato dalla guida. All’indirizzo indicato mi sono ritrovata a passare e ripassare davanti al numero civico perché corrispondeva a un cimitero, con un muretto basso, un cancelletto aperto. Alla fine ho scoperto che per accedere a questo locale vivacissimo, frequentato soprattutto da giovani, bisognava attraversare un tratto di questo cimitero. Il fondersi fra la vita e l’aldilà mi è sembrata un atteggiamento di grande civiltà e di rispetto, in fondo è la metafora della vita stessa, il ritratto di quello che noi viviamo. Ad Istanbul avevo già notato che i cimiteri sono aperti a tutte le ore e che non hanno cancelli alti e che sono all’interno della città. Tu li guardi mentre passeggi per le vie e tutto è una convivenza fluida tra la vita e la morte.
Il cimitero di Stoccolma Skogskyrkogården è patrimonio dell’UNESCO e visitarlo è un’esperienza assolutamente da fare.I viali d’accesso sono progettati in modo da accompagnare le emozioni dei visitatori verso il rito funebre, mentre le uscite portano verso ambienti naturali sereni e piacevoli per riconciliare le persone con il proseguimento della vita. Qui non si vive la sensazione del distacco, della sofferenza, ma si respira sempre il rispetto della memoria e il fluire tra la vita e la morte. È un posto immenso, magnifico, dove si ritrova la pace, la spiritualità.
Nel centro visitatori si può sostare ai tavolini messi a disposizione sorseggiando un caffè, leggendo un libro preso dalla piccola biblioteca, con le copertine sulle gambe: la vita che fluisce in compagnia dei ricordi cari.
La collina della meditazione è un momento di ascesa dello spirito, di ripiegamento verso se stessi e di innalzamento verso il cielo. Gli alberi della collina si riflettono in un laghetto con le ninfee, niente di traumatico, ma un posto dove trovare sollievo.
Può capitare che , passeggiando per l’immenso bosco che è il cimitero, tu possa essere attratto dalla musica classica proveniente da una cappelletta immersa tra gli alberi: è in corso una cremazione e l’accesso è consentito solo ai familiari.
Tutto contribuisce a tenerti a mezz’aria in una dimensione altamente spirituale.
Ritorno al mio cancello aperto ed varco serena il confine che non c’è e che mi avvicina ai miei affetti più cari.
Dedicato ai miei genitori.
Francesca Schifa