Da tempo volevo mettere per iscritto il mio “viaggio” in America Latina effettuato nel 2009.
Atteso con ansia, organizzato nei minimi particolari grazie alla mia amica Raffaella e sul quale gravava l’impegno di realizzare i miei sogni di bambina e di docente di Scienze!!
Non un diario di bordo, troppo lungo, né una descrizione a posteriori di cose “dell’altro mondo”, bisogna viverle per crederci, né tanto meno una elencazione di tappe, troppo banale per una terra che merita la gioia degli occhi e del cuore per ogni luogo su cui poggi il passo.
Volevo, invece, racchiudere in poche righe il grande viaggio che quel lunghissimo volo in un altro continente mi ha permesso di fare dentro di me e il profondo cambiamento che ha prodotto nel mio animo e i cui effetti ancora permangono.
Da Buenos Aires a Santiago del Cile, Valparaiso, Iguazù El Calafate, Punta Arenas; ogni volta che tornavamo in albergo era una cascata di parole, impressioni, meraviglie e io e mio marito dormivamo quasi schiacciati da tantissime emozioni che eravamo consapevoli, una volta a Roma, non avremmo saputo trasmettere in modo completo a nessuno di coloro che ci attendevano.
Arrivati alla Terra del Fuoco dove era in programma di festeggiare i nostri compleanni, nati entrambi a marzo a distanza di pochi giorni, a Ushuaia il paesaggio era di nuovo cambiato. Nulla era rimasta della foresta subtropicale che avevamo lentamente lasciato alle spalle per andare, ancor più lentamente verso la “Fin del Mundo”.
Ricordo che l’appuntamento con il Battello per il viaggio verso i ghiacciai era alle 9 del mattino ed ero particolarmente emozionata pregustando una giornata “straordinaria” !! Ma non credevo tanto.
I posti all’interno del battello erano molto contesi perché l’aria era pungente e la velocità, pur modesta, dell’imbarcazione la rendevano veramente sferzante. Io avevo scelto di stare sul ponte, all’esterno, per non filtrare il paesaggio neanche attraverso i vetri della cabina! Volevo “assaporare” per bene ogni cosa.
I ghiacci che galleggiavano sull’acqua erano meravigliosi: erano tutti di colore diverso, celesti, bianchi, blu , azzurro petrolio e molti di loro erano popolati da pinguini- imperatore che si tuffavano allegramente fuggendo ( o giocando ?) dalle otarie che spesso facevano capolino dall’acqua.
Il ponte non era molto spazioso e un turista passando con il suo zaino in spalla ha urtato i miei occhiali facendoli letteralmente “volare” in aria! Non so come ho fatto a riacciuffarli in volo prima che piombassero in mare! Dio mio come avrei fatto a guardare tutto quel miracolo della natura senza i miei occhiali!??!!
In un tratto di costa più praticabile il battello ha accostato e i turisti avevano la possibilità di scendere tra i ghiacci e i pinguini. Io sono scesa e…. guardandomi intorno, forse anche per cercare dove e cosa fotografare, senza che ne avessi consapevolezza, ho cominciato a piangere!
Cosa mi stava succedendo? Era un pianto di felicità estrema, di gioia, di gratitudine. Il cuore era così gonfio di riconoscenza nel Creato che mi stava regalando l’esperienza più unica e irripetibile in cui potessi sperare che aveva bisogno di esternarlo e tramutarlo….in lacrime!
“Essere su un ghiacciaio del Polo Sud, tra veri pinguini che si rotolano o si tuffano, con l’aria ghiacciata sul viso che non è quella della mia città, con il cielo così terso e gelido….. No, Maretta mia, non stai sognando né stai guardando un documentario di Piero Angela!!! Sei qui, davvero qui, tu tra i pinguini, nell’altra parte del Mondo!”
E allora, perché non piangere di felicità??? Perché non dire grazie alla vita per avermi fatto questo dono? E che mi importa se gli altri mi guardano? Che ne sanno della mia gioia e della mia gratitudine? Da oggi in poi avrei fatto come mi diceva mia zia Marisa che, all’improvviso era lì con me con le sue parole: prima di chiedere, passa in rassegna ciò che hai avuto, può darsi che quello che stai chiedendo non è poi così importante!
Tornata sul battello, mio marito mi ha chiesto se avessi scattato delle belle foto. No. Neanche una.
Senza la mia Nikon ne avevo stampata una, grande ed indelebile, nel mio cuore.
Maretta
Cara Maretta, attraverso la tua descrizione mi hai fatto immediatamente tornare alla mente i profumi, le sensazioni, i colori di quella bellissima terra aspra e desolata, avvolgente e sorprendente !
Ne sono felice! Sono, dopo tanti anni, ancora tutti vivi dentro di me, indelebili. Compresa la gratitudine verso te e Raffa, artefici di…tutto!
Meravigliosa Maretta ❤️
Sono sensazioni non facili da trasmettere.Indimenticabili!