Trekking sui Monti Sibillini

Maria Anna, un’amica donnaconlozaino, è partita per un insolito trekking sui Monti Sibillini e condivide con noi questa straordinaria esperienza. Ecco il suo articolo corredato da splendide foto scattate durante il percorso:

“Per chi vive in città, ancor di più se in una città caotica e dai ritmi frenetici come Roma, ritrovarsi immersi nella natura e nella bellezza dei Monti Sibillini è forse la cura migliore o almeno per me è così. Le montagne da queste parti hanno curve dolci e sono piene di verde di diverse gradazioni e la vista sembra estendersi verso paesaggi infiniti di rara bellezza. Parliamo di paesaggi come la Piana di Castelluccio, soprannominata anche ‘Tibet italiano’ dall’alpinista Reinold Messner, per le sue caratteristiche geomorfologiche e paesaggistiche che ricordano l’altopiano tibetano. Infatti questa piana, insieme al Pian Piccolo, sono luoghi noti in tutto il mondo per le fioriture di papaveri, fiordalisi, narcisi e lenticchie, che offrono varietà cromatiche straordinarie e perdurano seppur con altre caratteristiche durante tutto l’anno evocando paesaggi e storie magiche. Eppure questi luoghi d’incanto hanno tutt’oggi una ferita aperta, lacerante e profonda che sembra non rimarginare, un dolore che si rinnova ogni volta che lo sguardo attraversa i paesi di questa terra: Arquata del Tronto, Castelluccio, Pretare e tanti altri. Uno in particolare, uno tra tutti: Pescara del Tronto, una frazione di Arquata che venne totalmente distrutta perché l’intera montagna su cui era fondata franò e si portò giù tutte le case. Sto parlando del terremoto del 24 agosto 2016 alle ore 3.36 della notte e che colpì Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo, e proprio in questa zona ebbe il suo epicentro tra Arquata (Marche) e Accumuli (Lazio). A quell’ora si stava a casa a dormire per questo il sisma causò la morte di oltre 280 persone.

Per arrivare al Rifugio “Mezzi Litri”, gestito da Elena Pascolini e Stefano Cappelli, fondatori dell’associazione Monte Vector APS Rifugio Mezzi Litri dove abbiamo dormito durante 3 giorni di trekking, si attraversano le macerie di questi luoghi e la sensazione è quella di entrare, senza chiedere il permesso, nelle vite delle persone, quelle sopravvissute e quelle che non ci sono più scoprendo gli interni delle loro case, tutt’oggi dilaniate tra macerie e detriti, quasi irrompendo nella loro intima quotidianità improvvisamente interrotta. Eppure in questa condizione sospesa e precaria che le istituzioni fanno ancora fatica a risolvere per la ricostruzione drammaticamente lenta e tardiva, si impara a conoscere la realtà di questo territorio con tante persone che hanno deciso di rimboccarsi le maniche e di non abbandonare la loro amata terra. Si sono fatti forza, hanno creato una rete di solidarietà e non hanno mai, per un solo istante, abbandonato l’idea che resistere allo spopolamento di queste montagne era non solo possibile ma anche fondamentale per dare un senso alla parola futuro. Come non ricordare, ad esempio, l’associazione Arquata Potest che tra le tante attività si occupa di ricostruire i sentieri storici, dandogli la giusta visibilità per una corretta e consapevole fruizione, perché solo vivendo la montagna attraverso percorsi che ne valorazzino la bellezza, si può dare linfa vitale a questo territorio.

Così nel primo giorno del nostro trekking abbiamo incontrato Vittorio Camacci di questa associazione che ci ha guidato lungo un percorso ad anello di 6 km nei dintorni di Pretare raccontandoci storie, leggende e tradizioni di queste montagne. Un’occasione per noi unica per conoscere un territorio grazie alla passione di chi lo vive ogni giorno. Ma prima di iniziare il cammino ci siamo fermati per mangiare buonissimi affettati e formaggi locali da Gino Quattrocchi che era il gestore del Rifugio degli Alpini a Forca di Presta assieme alla sua compagna Barbara Fiore, cuoca rinomata per la sua bravura. Il terremoto purtroppo lo rese inagibile e ora entrambi gestiscono un ristorante collocato in una delle tante strutture prefabbricate di Pretare che ha mantenuto lo stesso nome del rifugio. Gino è un romano che anni fa abbandonò il suo lavoro come ragioniere per trasferirsi in queste montagne. Ci ha raccontato che un giorno, mentre andava al lavoro, si trovò imbottigliato sulla via Olimpica in un tappeto di macchine praticamente immobili per ore. Chi vive a Roma subisce quasi quotidianamente questo incubo ma a Gino quel giorno deve essere scattata una molla particolare che lo ha portato a licenziarsi e poi a trasferirsi in queste terre. Questa è una delle tante storie che può capitare di ascoltare quando si partecipa ad uno dei trekking curati in ogni dettaglio da Paolo Iacarella sia che li organizzi con Cammina Pianopiano, gruppo trek del LSA 100celle che con Sentiero Verde di FederTrek. Le sue camminate sanno di natura e bellezza, di racconti e ricerca sul territorio, di persone e delle loro storie fatte di lotta, resistenza, coraggio, perché il cammino non sia mai solo un semplice muoversi, ma anche un atto di condivisione e di conoscenza, un viaggio oltre le proprie conoscenze attraversando nuovi confini per porsi in una condizione di relazione con l’altro e per l’altro. La relazione con la natura o l’altra persona è la condizione perché il cammino si trasformi in una possibilità di arricchimento e diventi un camminare che ci cambia: si ritorna diversi da quando si è partiti.

Il giorno dopo ci siamo incamminati verso la cima del Monte Patino/Monte delle Rose, attraverso un percorso di circa 15 km dal dislivello di 550 mt. Infine la domenica eccoci all’ultimo trek per Pian Piccolo verso il Rifugio Le Cesa, con ritorno a Forca di Presta tramite carrareccia GA (Grande Anello Sibillini): un percorso di 16 km circa con 400 mt di dislivello in salita. Il ritorno a Roma è stato silenzioso, cullati nel ricordo dei colori, del vento, dei paesaggi e delle persone che vivono questi luoghi con caparbietà ed amore.

Maria Anna Tomassini

Ecco alcuni link che Maria Anna ci consiglia per approfondire:

https://www.territoriostili.it/category/raccontidellepietre/

https://m.facebook.com/rifugiodeglialpinimontisibillini/

https://www.montevector.com/

P.

Author: Patrizia D'Antonio

Blogger, writer, teacher, traveller...what more? I love to meet and share with people. In my spare time I like reading, swimmming, cycling, listening and playing music . I was born in Rome but I live in Paris  

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