Bukit Badung si trova a circa un’ora di distanza da Canggu. Con mia figlia e mio genero ci sono stata nel fine settimana.
Giorno 1, sabato mattina: ci alziamo presto, facciamo colazione, prepariamo un leggero zainetto che sarà tutto il nostro bagaglio per i due giorni di gita e partiamo verso la penisola di Bukit. Il percorso è familiare per i miei autisti che con disinvoltura si dirigono al sud. Li invidio, io riconosco a mala pena lo svincolo che conduce all’aeroporto. Il traffico è intenso e, dopo quaranta minuti superiamo Jimbaran ed è fatta: siamo nella penisola di Bukit!
Bukit è una penisola di roccia calcarea, le risaie qui sono sostituite da una campagna incolta e un po’ selvaggia e da dolci colline .
Tutto è molto più tranquillo che a Canggu. Appena arrivati ci dirigiamo ad occidente dove ci sono le spiagge più gettonate dai fanatici del surf che vengono da tutto il mondo per cavalcarne le onde.
La parte est della penisola, Nusa Dua, ospita invece turisti più propensi a frequentare alberghi e resort a cinque stelle.
In un attimo arriviamo a Uluwatu dove ci attende un bellissimo bungalow a un prezzo veramente irrisorio. Cambio di abbigliamento e si riparte : prima spiaggia Padang Padang, e poi quella di Bigin. Per accedere ad entrambe bisogna discendere un numero interminabile di gradini , mi preoccupo per il ritorno: so che faticherò molto a risalire ma lo spettacolo merita lo sforzo.
A Bigin gustiamo un ottimo pesce, facciamo innumerevoli bagni in mezzo a un mare cristallino e poi, anche se a malincuore, lasciamo la spiaggia per dirigerci al Tempio di Uluwatu, dove attendiamo il tramonto. A Uluwatu sorge un importante tempio induista arrampicato su una scogliera a picco sul mare. All’ entrata passiamo sotto un arco con accanto la statua di Ganesh. Un luogo così suggestivo e famoso, in questo momento di chiusura di frontiere ci permette di girare in lungo e in largo senza incrociare anima viva. I visitatori ai quali bisogna prestare molta attenzione – a volte sono davvero aggressivi – sono i macachi che vivono in questa area verde. Ignacia, mia figlia, viene infatti attaccata da un macaco che le porta via un sandalo e la graffia, per fortuna, solo leggermente. Attendiamo il tramonto da questa splendida postazione sopra l’ Oceano Indiano e poi corriamo per assistere allo spettacolo di due danze tipiche: una, chiamata “Kecak” è molto particolare perché non è accompagnata da nessuna orchestra ma da un coro di ben settanta uomini. Alla fine della loro esibizione segue “ Sanghyang” . Qui entra in scena una serie di personaggi in stato di trance che sostengono di comunicare con gli dei e con gli antenati. Lo spettacolo si conclude con la Danza del Fuoco.
Ormai è sera e siamo stanchissimi : si cena e si va a letto presto.
Giorno 2: oggi è il compleanno di mia figlia e tutto girerà intorno a questo importante avvenimento. Partiamo presto e ci dirigiamo subito alla spiaggia di Uluwatu. A questa si accede attraverso corridoi e scalinate circondati da grandi rocce. Questa spiaggia non è il posto più indicato per prendere il sole ma per i surfisti rappresenta il luogo migliore per immergersi e planare lungo le onde.
Scattiamo fotografie, camminiamo verso la spiaggia vicina grazie alla bassa marea e poi, relax assoluto per il resto del pomeriggio. In serata ci raggiungono alcuni amici per festeggiare insieme mia figlia fino al tramonto.
Giorno 3: oggi si dorme e si riposa. La colazione diventa pranzo. Ci fermiamo ancora a fare un bagno in una delle spiagge sulla via del ritorno e poi, di nuovo in mezzo al traffico per tornare a Canggu.
Alla prossima!
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