Mestre
Le giornate si sono fatte più fredde, abbiamo toccato lo zero, qui nell’entroterra veneziano, ma finora sono quasi sempre soleggiate. Troppo freddo per sederci come prima in un caffè all’aperto con gli amici per fare quattro chiacchiere, e inoltre è necessario fare movimento per non ritrovarsi, alla fine dell’emergenza, senza muscoli e incapaci di camminare. Quindi, da sola o con qualche amica, eccomi a camminare nei parchi dei dintorni.
Ce n’è uno qui a Zelarino, vicino a casa, che mi permette una passeggiata di un’oretta, e, fino a qualche giorno fa, bellissimi colori; gli alberi sono quasi tutti autoctoni: carpini, noccioli, querce, aceri, tigli, frassini, spesso raggruppati a boschetto. Sotto i carpini si è formato un bellissimo tappeto nelle varie tonalità di ocra, che risuona piacevolmente sotto i piedi, dato che è piovuto pochissimo. Tra le foglie si confondono funghi e i cespugli di una specie rosa di macchia sono ancora in fiore! E nei vasti spazi a prato ci sono ancora molti fiori di tarassaco, col loro giallo squillante, qualche centaurea e delle sileni bianche.
In un altro parco, più esteso, le vecchie cave di argilla che fornivano il materiale a una vicina fabbrica di mattoni a Martellago, a pochi chilometri da casa mia, sono state trasformate in laghetti. La passeggiata può costeggiarli, ma anche addentrarsi in parti più ombreggiate; anche qui la flora è autoctona, ma le roselline di macchia (quelle veramente selvatiche) sono da tempo sfiorite, mutate in splendenti bacche rosse. La mia amica Luciana ha voluto venire qui proprio per raccoglierle, con l’intenzione di farne una marmellata. Ci sono anche altri cespugli con bacche rosse. Tra i rami grigi e spogli si accende all’improvviso un bagliore: è una mela, scarlatta, sospesa quasi magicamente. Dovunque, sotto gli alberi, funghi di ogni forma, di cui magari alcuni anche commestibili, ma che noi ci limitiamo a fotografare, compresi i cerchi delle fate (o delle streghe), dove i funghi crescono disponendosi ad anello.
Più oltre, lungo il corso di un piccolo fiume, il Dese, è diventato parco con pista ciclabile il percorso che porta a quattro mulini, ormai non più funzionanti. Il sentiero costeggia il fiume, popolato da garzette e gallinelle d’acqua. Il corso d’acqua è sinuoso, e in molti punti costeggiato da pioppi che si riflettono nell’acqua che scorre molto lenta e imperturbata, e offre una passeggiata ideale in questa stagione, perché è molto soleggiato e confortante. Tutt’intorno, campagna, casolari, orti e campi arati le cui zolle appena rovesciate splendono come lamine d’acciaio al sole.
Ma anche per le strade vicino a casa la natura, sicuramente ancor più domesticata, offre ancora qualche sorpresa: si riesce a sorprendere un’ultima rosa perfetta, dei crisantemi o degli astri, i primi gelsomini d’inverno, stelle gialle contro il verde cupo delle foglie, qualche nasturzio, delle bocche di leone. Persino al bordo delle strade si vedono ancora timide fioriture, come una violetta piuttosto rigogliosa che ho avuto la crudeltà di portarmi a casa la settimana scorsa.
Se però propri sentiamo gran nostalgia di fiori in casa, possiamo fiorirci le finestre con i ciclamini, oppure regalarci qualche mazzo di tulipani.
Marisa
Leggere questo articolo è una meravigliosa esperienza sensitiva che ti fa immergerti nella natura, sentire la sua aroma, vedere i colori, i rumori delle foglie d’autunno, i funghi variopinti, i fiori multicolori; persino puoi sentire il gelido freddo! Grazie, Marisa! Bello il tuo articolo!
Come sempre BRAVA MARISA! Un dettagliato resoconto di una splendida passeggiata nella natura coperta d’ autunno. Belle le foto! 👏👏👏