Paola, Montevideo- Roma
Ho conosciuto Paola alcuni anni fa e non sapevo che dipingesse, l’ho scoperto durante un aperitivo /esposizione cui mi ha invitato qualche mese fa, mi ha colpito subito il colore e il calore che i suoi dipinti trasmettevano e mi sono chiesta se fossero dovuti a influenze africane.
Mentre mi mostrava le sue opere Paola mi ha raccontato la sua storia di donna con lo zaino e i pennelli in giro per il mondo:
Mio padre era impiegato presso una società di telecomunicazioni, il suo lavoro lo conduceva in giro per il mondo. Sono nata in Uruguay durante una delle sue missioni più lunghe, e la terra uruguaiana mi ha accolto fino all’età di 4 anni. In seguito è stata la volta dell’Africa e la terra, il mare, la sabbia il cielo africani hanno lasciato tracce di colore indelebili nella mia memoria : tramonti con tinte di arancio e rosso che non ritroverò mai più in alcun luogo del mondo e che rivivono nei miei ricordi e sulle mie tele. Da piccola ho trascorso molte ore dei lunghi e caldi pomeriggi africani, dopo la scuola, a dipingere i paesaggi che si stendevano davanti ai miei occhi ed il mio gatto, su pezze di cotone che mi facevo tagliare da mia madre, che li ricavava da lenzuola bianche, mi sentivo leggera e fluttuavo nel colore e nel tratto dei miei schizzi.
Solo al rientro in Italia ho potuto dipingere su tele già allestite, non mi sembrava vero poter avere tutto pronto davanti a me senza dover faticare ad allestire un piano di lavoro. Sono sempre stata più sensibile ai colori, che alla regola delle proporzioni del disegno e della prospettiva. Ho approfondito l’utilizzo della pittura ad olio, nello studio, a Roma, di Elena Tommasi Ferroni, dove ho imparato a sfruttare la sua tendenza quasi ossessiva per i colori. La pittura ad olio è il mio lato “profondo” e la pittura ad acquerello il lato “leggero”: nella vita coltivo entrambi gli aspetti. L’acquerello è una pennellata dietro l’altra che vuole suscitare un piacere puramente cromatico e leggero che solo questa tecnica può consentire. Secondo me chi non sa sostenere lo sguardo su un’opera semplice e leggera, è semplicemente uno snob.Io mi rivolgo ad un pubblico profondo che sa essere lieve e spensierato come i miei schizzi, che sa cogliere nello svolazzo e nel mio tratto il piacere della leggerezza.