Silvana, Roma
Una delle scottature della mia vita, che mi fa male ancora adesso, è stata la bocciatura all’esame di Antropologia Culturale di Armando Catemario. Erano i tempi della contestazione, dei lavori di gruppo, e i fratelli di Silvana, molto attivi politicamente, ci avevano coinvolte in un seminario di studio sul cottimo, convinti di portare tale studio all’esame insieme a noi due.
Silvana:
La mia esperienza di studi a Magistero risale agli anni di piombo. Ciò che ha dato valore a quel monco esperimento culturale, come accade spesso nella vita, è stata un’esperienza apparentemente negativa: l’esame di Antropologia culturale. A quei tempi gli Studenti contestavano la cultura borghese ed il nostro gruppo di studio ( io, i miei due fratelli, mia cognata ed una mia compagna di scuola) pensò bene di snobbare il programma prescritto dal nostro professore Armando Catemario , per proporre in sede di esame un non meglio identificato studio relato sui danni del cottimo sui posti di lavoro. Si perché a quei tempi il modello ideale era per noi lo Studente-lavoratore. Fu una esperienza apparentemente devastante: in sede di esame, alla richiesta del docente di esprimere il concetto di “cultura” eravamo lì inebetiti e fu un ovvio fiasco al quale rispondemmo appiccicando etichette a tutto il consesso insegnante tipo : revisionisti, asserviti alla cultura dei padroni e roba del genere.Al secondo tentativo di esame, posta dal docente la medesima domanda, tentammo un balbettio di risposta ampiamente insufficiente e fummo congedati con quella santa frase che ancora oggi porto stampata come una reliquia nel cuore e nella mente:” esprimere chiaramente il concetto di cultura è conditio sine qua non per poter superare questo esame’”. Alla terza prova non solo mi presentai da sola ma esprimendo a memoria il concetto di Cultura. Avevo studiato gli altri testi previsti per quell’esame cosi avidamente e con tale interesse che ancora oggi benedico quelle sacrosante bocciature. Avevo compreso quanto quella fosse la vera Rivoluzione. Avevo compreso che se si vuole cambiare un pensiero occorre entrarci dentro e coglierne gli aspetti consoni al proprio.Avevo infine acquisito i dati utili per poter dibattere sulla soggettività del concetto di Cultura, che non esiste un modo giusto ed uno sbagliato di pensare ed agire ma che ogni popolo adatta il proprio modo di vivere in base al proprio tempo ed al proprio spazio.La mia monca esperienza di studio a Magistero mi ha fatto prendere coscienza che lavorare in gruppo emotivamente è importante ma è importante anche saper prenderne le distanze.La mia monca esperienza di studi a Magistero si è arricchita dall’esperienza di quell’esame forse più di tutto il rimante corso di studi. Grazie Professore.