Gabriella, Roma- Buenos Aires
La vedevo triste e con le spalle curve avviarsi verso la stazione di Villa Adelina, non sorrideva né guardava nessuno, era assorta nei suoi pensieri. Poi, si è seduta sul treno, ha preso il suo iPod: dalle cuffie riuscivo a sentire, ovattata, la melodia di un tango e lei, finalmente, ha sorriso.
Usciva dalla scuola dove aveva accettato una supplenza per mantenersi, lì, a Buenos Aires, la città del tango, quella dove approdavano i suoi sogni.
Quando si recava al Salon Canning o alla milonga di Cochabamba 444 le sembrava di scorgere da lontano ciò che aveva abbandonato, il suo lavoro, la casa, un uomo che la amava e che forse amava pure lei…poi, invitata a ballare, la casa, l’uomo, i ricordi rimpicciolivano e lei vorticava per la sala, era lì per imparare a ballare. E ballava Gabriella, e poi suonava nelle sale. Gabriella amava il tango , quello che si suona, che esce dall’anima della gente, che ti fa venire la malinconia di un mondo che c’era ma che scacciava la sua di malinconia, perché Buenos Aires era lì e ti distraeva dal passato.
Poi, è tornata a Roma, Gabriella, ed è famosa, i suoi concerti strappano applausi e lacrime, lei guarda tra il pubblico e cerca un uomo che viene dal passato, ma non c’è: il suo presente, la sua vita è il tango struggente che esce dalle sue dita che toccano i tasti.
Gabriella:
–La mia seconda vita è iniziata lì, a Buenos Aires. Una esperienza che ha lasciato un segno profondo, non solo artistico.
“Una calle sin salida”, proprio così, come mi ha suggerito un amico argentino, il Tango prosegue e mi accompagna ancora oggi. Tornata a Roma, dopo quattro anni di permanenza nella città porteña, ho creato un cuarteto di tango tradizionale grazie anche a musicisti, argentini e non, che si sono uniti alla mia passione nel linguaggio della musica. E così abbiamo iniziato a suonare in Italia e in Europa, prima nelle milonghe e ora soprattutto nei teatri proponendo spettacoli di musica e danza in cui si possa rivivere lo spirito e l’originalità del folclore urbano legato al Rio de La Plata. Il ponte musicale che unisce Buenos Aires e Roma mi fa spesso incontrare nuovi musicisti argentini ; come è successo recentemente con un pianista di tango, con il quale abbiamo presentato dei concerti a 4 mani inaugurati alla Casa Argentina di Via Veneto. Una magia che si riaccende assieme allo stupore tutte le volte che sento esprimersi la vera passione per il tango.
Oggi la pausa forzata del Covid, che ha messo un freno alle espressioni artistiche dal vivo, mi sta portando verso nuove strade in cui vorrei unire alle musica anche la natura e l’amore per gli animali.
Gabriella Artale
Il tango e’ un modo di vivere, di amare di relazionarsi all’ altro….Stupefacenti questi artisti!
Brava Gabriella! Complimenti!