Sandra, Ostia
Sandra regala bellezza, e lo fa non solo con le attrici e gli attori che trucca sui set, veri dei e dee dei nostri tempi, lo fa con la gente comune, con chi ha bei sorrisi da sfoggiare o teste rese calve dalla chemioterapia, con chi teme di mostrare al mondo cicatrici e chi vuole mostrare ciglia perfette. Spesso la sua altezza e la sua capigliatura folta la fanno confondere con le attrici, lei si trucca poco anche se ha con sé un vero arsenale di bellezza: fard, rossetti, polveri, stick e pennelli.
Ha cominciato da bimba , quando la interpellavano su cosa avrebbe voluto fare da grande, lei rispondeva che voleva fare la parrucchiera. A metà del liceo, era svogliata negli studi, suo padre le disse che poteva lasciare la scuola a patto di trovarsi un lavoro, e così fu. Dapprima fece la “legatrice” delle sedie di vimini(si riempì di calli), poi in un laboratorio di maglieria, ma era inquieta, non credeva fosse quella la sua strada. Finalmente, in un negozio di parrucchiera capì cosa le piacesse davvero e li cominciò la sua gavetta : sciampo, tinte, messa in piega taglio, colore, meches…Un giorno un amico che lavorava alla Lancio Film le propose di sostituirlo su un set di fotoromanzi, lì Sandra trovò la sua passione: prima truccatrice parrucchiera per fotoromanzi, poi teatro, in seguito cantiere d’arte a Montepulciano per una rassega culturale. Seguì un’operetta degli anni ’20 rivisitata in chiave moderna. Dopo Montepulciano, moda, tivù (per 5 anni in un talk show con Luciano Rispoli, infine il cinema e gli spot pubblicitari per l’italia e per l’estero.
In un periodo di fermo dal lavoro era in spiaggia, in estate, c’era una piccola comunità di brasiliani a Capocotta che alloggiava in uno dei capanni che al tempo erano abusivi, Sandra fece amicizia con loro, cominciò a tagliare capelli, intrecciava treccine e si formò presto una piccola coda in attesa, allora la star era lei.
La incontro in un bar, le chiedo di raccontarmi qualche aneddoto del suo lavoro.
Sandra:
Ho tanti ricordi belli legati al cinema, uno di questi è quando ero nel siracusano, ero stata accompagnata in una piattaforma per estrarre il gas, mi ero issata su tramite una corda penzolante, ad ogni folata di vento tremavo, ma cercavo di guardare su per non avere paura. Sotto di me, il mare impetuoso…La pubblicità era per gli Emirates, una ragazza scendeva da un elicottero, si toglieva il casco scuotendo i capelli e accendeva una sigaretta, io sono stata coinvolta per fare la controfigura, arrivavo, mi toglievo il casco, e, zac, la scena veniva tagliata per far apparire il volto della protagonista. Ricordo pranzi buonissimi, io dormivo in una stanza con una sarta che, da buona napoletana, aveva portato con sé una macchinetta del caffè. Successe un grande pandemonio quando, per fare il caffè la mattina, la signora fece scoppiare un allarme, Vedemmo gente correre al grido di “Allarme tossico”. Fu aspramente redarguida e da allora bevve il caffè del cuoco della piattaforma, meno buono ma al riparo da allarmi.
Una caratteristica del lavoro che amo è quella di poter stare con tanta gente , conoscerla sotto ogni punto di vista, è un carrozzone particolare che ti costringe a stare molte ore insieme, si condividono fatica, fame, sonno, intimità. Tutto si interrompe quando il film finisce, ma, la connessione creatasi tra le persone permane.
Il mio lavoro ha a che fare con il costume storico, pettinare e truccare persone riferendosi ad altre epoche mi esalta, conosco tempi che non mi appartengo, attraverso il mio lavoro entro in altre epoche, mi immedesimo e comprendo l’esigenza estetica di quel periodo per cercare l’esatta corrispondenza con il momento storico richiesto.
Nel mio percorso da truccatrice mi sono formata da autodidatta “rubando con gli occhi” mentre vedevo altri all’opera, di mio avevo già questa qualità, ero già avvezza all’uso del colore, mio fratello era un grande artista e mi ha influenzato positivamente, rendendomi facile mettere in atto ciò che vedevo fare con pennelli e tavolozze. Nel settore degli spot pubblicitari facevo sia trucco che capelli. Sia a Roma che a Milano alle produzioni serviva spesso qualcuno che facesse entrambe le cose. In italia nel campo del cinema o si fa il truccatore o il parrucchiere, c’è uno spaccato preciso, il mio lavoro primario è quello di parrucchiera e solo negli spot pubblicitari mi riesce possibile organizzarmi per fare entrambe le cose.
Non amo l’aspetto competitivo, capita a volte che si cerchi di primeggiare, di sgomitare per avere il lavoro, ma spesso si riesce, specie sui grandi set, ad avere uno scambio naturale di metodi lavorativi che arricchiscono.
E’ un mestiere creativo e prestigioso, ma a livello sociale non è tutelato, non si riconosce l’anzianità lavorativa, ciò è un aspetto frustrante che andrebbe rivisto. Lavorare in proprio dà più soddisfazioni, quando esegui un bel lavoro sei riconosciuto, elogiato, sul set sei uno tra i tanti , sei un tecnico che svolge un servizio, pochi ti mostrano se sono o meno soddisfatti, ti senti intercambiabile, o tu o un altro è lo stesso.
A volte mi dico che svolgo un lavoro comune, ma quando una sposa esce dopo il mio lavoro, risplende ed io splendo di riflesso, a volte non crede neanche che siano state le mie mani a compiere il miracolo.
Sandra
La nostra conversazione finisce ma, poco prima di andare via Sandra mi guarda scuotendo la testa.
–Chi ti ha tagliato i capelli in quel modo che non ti rende giustizia?
In quattro e quattr’otto mi porta a casa sua e con pochi colpi di forbice riesce a sistemare i miei capelli in modo che i miei ricci ritornino ad essere tali e non penzolino senza forma….Grazie Sandra!
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R.
Che brava Sandra!! Complimenti! Quanto mi piacerebbe farmi tagliare i capelli da te anche se avresti purtroppo ben poco lavoro da fare! Raffa stupendo il taglio! 👏👏👏