Pic

Anna Maria, detta Pic dal diminutivo del suo cognome per distinguerla dalle altre omonime della scuola in cui lavorava, è genovese-piemontese di nascita, santiaguina di adozione e cittadina del mondo. La si trova su aerei che vanno dal Cile all’Italia e ancora in California e poi…dovunque ci sia qualcosa da scoprire.

Nata a Santiago del Cile dove i suoi erano emigrati, è tornata a Genova dove è vissuta fino a quando i suoi cugini d’oltreoceano  le proposero di andare a trovarli. Un po’ per toglierseli di torno, un po’ per sfidarli, disse loro che sarebbe andata a Santiago soltanto se le avessero trovato un lavoro. Indipendente e orgogliosa, non le andava di sentirsi mantenuta, abituata com’era a pagarsi gli studi con i mille lavori precari che sapeva inventarsi. Era appena rientrata da Londra e certo le costava paragonare il Cile al fascino che in quegli anni esercitavano Carnaby street, la musica inglese…

Inoltre la preoccupava il clima buio di quegli anni in cui filtravano all’estero notizie di repressione, detenzioni e morti. Era stata anche lei al palazzetto dello sport di Genova al concerto degli Inti Illimani a sventolare la bandiera contro la dittatura di Pinochet. 

Per questo motivo prendeva una certa distanza da quel paese che l’aveva vista nascere, ma a cui non sentiva di appartenere, anche se era fiera del passato da emigrante della sua famiglia. Ripensava spesso ai racconti di sua madre, partita negli anni 50 per raggiungere il suo amato, sposato per procura, ed era orgogliosa di quello che con tanta fatica avevano costruito in quel lontano paese raggiungendo un certo benessere economico.

I suoi cugini, a distanza di un mese dalla loro proposta, nel lontano 1979,  le mandarono una lettera di assunzione per un anno alla Scuola Italiana Vittorio Montiglio e Anna Maria dovette accettare.

A scuola le assegnarono un appartamentino da condividere con una giovane collega mantovana. Era proprio al piano superiore dell’Istituto e la mattina Pic scendeva le scalette che la portavano direttamente in classe, casa e bottega come nelle scuole pluriclasse dei paesini di montagna. Spesso i bidelli dovevano andare a svegliarle. La gioventù, e i bagordi notturni, si sa, non sempre fanno sentire lo squillo della sveglia! Tutti però erano indulgenti di fronte alla freschezza e all’entusiasmo del loro fare lezione in Cile. In Italia erano appena stati approvati i decreti delegati e loro portavano a Santiago le innovazioni della loro patria e, soprattutto, la freschezza della lingua viva. 

Il Cile oscuro di quegli anni non si sentiva a Las Condes se non nelle sirene che di tanto in tanto sfrecciavano dirette verso la Escuela Militar.

L’ anno passò in fretta. L’ultimo giorno di scuola Anna Maria si commosse nel ricevere baci e regali d’addio. Sarebbe tornata a Genova a febbraio, dopo il viaggio che stava per intraprendere per portare con sé in Italia il ricordo di qualche angolo di quel paese naturalisticamente bellissimo!

Viaggiò verso il sud. Durante il viaggio, in un ostello della gioventù, rimase incantata dallo struggente suono di una chitarra. La musica le entrava nel cuore e si avvicinò al gruppo che circondava il suonatore. Si chiamava Laurence e la sua voce la accarezzò come nessun amante potrebbe fare con una donna. Rimase incantata vicino a lui che le indirizzava sguardi curiosi, era inusuale da quelle parti una donna che girava da sola con il sacco a pelo.

Laurence  fu attratto dalla corta zazzera maschile che contrastava con i gesti da donna. Si parlarono a lungo, ma il giorno dopo lei proseguì il suo viaggio. Lui cercò e domandò per un po’, da un ostello all’ altro, se fosse passata di lì ” l’italiana” come ormai era conosciuta nel sud. Solamente dopo 10 giorni si rincontrarono e da quel momento non si separarono fino al rientro nella capitale .  La decisione non fu facile ma alla fine l’amore ebbe  il sopravvento e Pic decise di fermarsi ancora un po’ in Cile.

La scuola le rinnovò il contratto per un anno, e poi, quando Anna Maria  presentò la richiesta per una licenza di matrimonio, seppero che non avrebbero dovuto contrattare un’altra insegnante di italiano, lei avrebbe continuato a stare lì.

L’ho conosciuta  dopo il suo divorzio quando le sue figlie erano già grandi e abbiamo condiviso  lavoro e passeggiate, cene e nuotate. Torna ogni anno in Italia e comunichiamo tutti i giorni, in una di quelle chat di gruppo che riuniscono amiche con un passato comune, aperta da lei. Le sue figlie hanno calcato le sue orme: la più grande vive in California  e la più piccola a Bali, lei ancora non sa dove la condurrà il futuro. 

Ma ben presto, non ho dubbi, quando il Cile, ancora afflitto dalla pandemia, glielo permetterà, la vedremo con uno zaino a spasso per il mondo perché, come dice lei: “Ferma ci  starò da vecchia e, per adesso , sto ancora sognando e pensando a cosa farò da grande”! Anche in tempi di Covid continua a sognare il giorno non lontano in cui volerà verso nuovi orizzonti, probabilmente quelli che hanno il nome delle sue amate nipotine: Valentina, Sofia, Emilia. Per ora si è impegnata in un lavoro di catering dove durante tutta la quarantena ha distribuito e fatto conoscere ai cileni specialità della sua terra, è attiva su Instagram come HOYCOCINALANONNA e sta avendo particolare successo con ravioli, lasagne e molto altro.

R.

R.

Author: ragaraffa

Blogger per passione e per impegno, ama conoscere e diffondere le voci delle donne che cambiano.  

5 Replies to “Pic”

  1. Gabriella F says: 29/08/2020 at 9:36 am

    Sono felice e orgogliosa di conoscere Pic, una persona così generosa e intelligente che nell’esperienza lavorativa, come in quella personale, mai mi ha lasciata sola.
    Un esempio ed un’ispirazione… un’amica che porti sempre nel cuore, mentre lei è in giro per il mondo.
    Gabriella F

  2. Patrizia D'Antonio says: 29/08/2020 at 9:44 am

    Che splendida donna stra/ordinaria!

  3. Annapiccardo says: 29/08/2020 at 2:31 pm

    Mi emoziona leggere quanto scritto da Raffa…e’ la mia storia…il perche’ qualcosa o qualcuno ti porta lontano dal paese che ami e dove sei cresciuta. Ma principalmente e’ la mia irrequietezza, e’la mia essenza inquieta, curiosa, vagabonda. Adesso che anche le figlie hanno preso il volo , lontano da questo paese “alla fine del mondo”, vedremo come e dove sara’ il mio futuro. Sicuramente pero’ sempre con lo ZAINO IN SPALLA finche’ vita permetta!

  4. Maria Teresa says: 29/08/2020 at 2:34 pm

    Mi piace questa ragazza….

  5. Silvana Viccaro says: 29/08/2020 at 11:30 pm

    Concordo con Maria Teresa: mi piace Pic, amo ed invidio benevolmente il suo coraggio supportato da volontà personale ed opportunita colte con la forza che i tempi tempravano.
    Un caro augurio a te per i tuoi progetti futuri ed un abbraccio a Raffa che ha avuto la goia di conoscerti e la capacità di trasmetterci le tue emozionanti vite❣️🌹

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