Dahbia, Toulouse, Parigi
Appena entrava in classe gli alunni della scuola italiana di Parigi, scalmanati fino a pochi secondi prima, si precipitavano al loro banco assumendo una posa da angioletti. Uno di essi spalancava la finestra perché, si sa, le francesi hanno caldo, un altro avvicinava alla cattedra una sedia perché lei ci posasse sopra la sua enorme borsa dentro la quale portava una montagna di cose utili e inutili. Poi, a bassa voce, cominciava a parlare e loro non osavano aprire bocca. All’inizio dell’anno madri e padri protestavano perché i pupi tornavano a casa perplessi dai metodi dell’insegnante di francese , a loro dire era troppo severa per i pargoli italiani. L’appuntamento si poteva prendere solo tramite diario, non c’era modo di contattarla altrimenti, molti non erano riusciti a conoscerla perché, si sa, gli alunni erano tanti e gli appuntamenti presi tramite diario erano scaglionati nelle settimane. Quando (finalmente!!) ricevevano udienza, pensavano di trovare davanti a loro una vecchia megera e si stupivano quando ella appariva: alta, bella, con il rossetto rosso da vera francese, shorts, minigonna e sorriso. Tornavano a casa e redarguivano i piccoli:- la severità fa bene!
Dahbia in effetti all’inizio voleva rivoluzionare il concetto tutto suo della maestra italiana: niente coccole, nessuna carezza, voti alti col contagocce e guai a fare comunella. Nel corso dell’anno però le cose cambiavano, i bambini facevano ressa attorno a lei: come pulcini si mettevano intorno alla sua cattedra e lei distribuiva carezze e attenzioni. Non aveva più bisogno di essere severa Dahbia, loro la adoravano e lei li aveva adottati tutti, dalla prima alla quinta, perché, si sa, una francese quando vuole sa essere italiana. In effetti lei è una vera francese ma sa essere un po’ araba, inglese, spagnola, sa ballare salsa e danza del ventre, parla italiano, arabo, inglese e spagnolo.
Spesso la si vedeva arrivare a scuola in motocicletta, si spogliava della tuta da motociclista scrollando i lunghi capelli neri.
E’ una donna posata ma con idee strampalate come quella volta che mi ha invitato ad una diversa e “divertente” seduta di pedicure senza dirmi che a divertirsi sarebbero stati…i pesci!
Non è una donna comune Dahbia: nata a Toulouse da una famiglia algerina, ha conquistato la libertà con lotta e fatica, i suoi shorts sono un grido di ribellione, la sua moto un cavallo che l’ha aiutata a volare lontano dalle convenzioni. Viaggia di continuo Dahbia: dalla Guadalupa alla Martinica, in Africa e in America.
Ora ha due bimbe e non vi stupirete se la incontrate su un treno o un aereo con zaini, passeggino e carrozzina. Non si ferma neanche ora Dahbia col suo grosso pancione, però una cosa non la dimentica mai: il rossetto rosso, si sa, le vere francesi non lo scordano mai.
R.
È tanto facile sentirsi”piccola, piccola” difronte ad una evidenza cosi toccante!!
Dahbia oltre ad essere brava sei anche stata fortunata ad incontrare Raffa nel tuo brillante e sudato cammimo ❣️🌹